domenica 28 febbraio 2010

Il "Deserto dei Tartari" e "La Legge è uguale per tutti"



"Il romanzo del 1940 di Dino Buzzati, cui faccio riferimento nel titolo,narrava di una Fortezza che dominava la desolata pianura chiamata “deserto dei Tartari”, un tempo teatro di battaglie, poi, svuotata della sua importanza strategica e rimasta solo una costruzione, dimenticata da tutti . Tuttavia essa continuava a vivere secondo regole militari, ed esercitava sui suoi abitanti un fascino straordinario che impediva loro di abbandonarla al suo destino di rudere; la stessa attrazione delle elezioni che trasformano molte persone in tori alla disperata ricerca del drappo rosso esibito dal toreador inducendole a candidarsi (a prescindere) anche se le cariche da ricoprire sono la presidenza del condominio e/o della locale bocciofila.
Non parlo, naturalmente, dei politici di professione ai quali sono completamente disinteressato, ma della gente perbene , che non si accorge di fornire, così, una sorta di legittimazione a queste competizioni (fatte in casa), inventate al Pallonetto di Santa Lucia , quel rione napoletano di ex contrabbandieri convertitisi alle pensioni d’invalidità per malattie mentali.
D’accordo: non esiste più la distinzione tra destra e sinistra. Ma qui si esagera.” I partiti in lista sembrano esibire quella famosa scritta che campeggia su qualche negozio di abbigliamento napoletano : “Non andate altrove a farvi rubare, provate da noi.”.
Forse la nostalgia dei tempi in cui la rappresentanza aveva un significato ( ma era proprio così?) invoglia anche chi non appartiene certamente a questa maionese impazzita a cimentarsi nel tentativo di far sentire la propria voce solitaria all’interno di organismi istituzionali (di cui si chiede l’eliminazione sia da destra che da sinistra) privilegiando ancora una volta la politica ( quella con la c.d. “P”maiuscola) che si vorrebbe diversa da quella che è in realtà ( ma che probabilmente non è cambiata mai). Al riguardo Sergio Bologna afferma ed a ragione: da questo tipo di sinistra, onesta e propositiva , mi divide il fatto che ho sempre considerato, contrariamente a loro, la società più importante del quadro politico o di governo.
Faccio ideologia nel condividere il citato sociologo quando dice: per me il problema resta ancora quale tipo di libertà si può/si deve cercare nel lavoro o anche oltre il lavoro?
Le elezioni esortano solo a catturare il voto a qualsiasi costo, sono il momento degli appelli al recupero della dignità da parte dei professionisti e della borghesia nostrana , quella stessa proveniente dalle medesime famiglie che detengono da anni, forse secoli, i cordoni della borsa. Possibile che nessuno voglia più abbracciare “ la guerra santa dei pezzenti” (F. Guccini)?
Nemmeno un tanghero , in questa strana “democrazia” si candida più a rappresentarla.
Solo la TV continua ad informarci dell’ecatombe quotidiana dei morti sul lavoro offerti in sacrificio allo sviluppo economico, ma affronta la problematica come se si trattasse di sgradevoli episodi individuali, anziché elementi costitutivi di una condizione sociale. Sembra che oggi a lavorare siano solo macchine e non uomini,che nei supermercati, quintessenza del terziario , i prodotti si collochino da soli negli scaffali, negli alberghi, le camere si rifacciano senza l’intervento dell’uomo e che i mattoni delle case si incollino da soli l’uno sull’altro, che le città si riducano ad essere sedi di monumenti e non anche i maggiori luoghi di produzione (il Manifesto).
I problemi connessi alla qualità della nostra vita e che potrebbero vedere anche la partecipazione di intellettuali, professionisti e borghesia sono tanti, quelli del “comune”, dall’ambiente alla gestione dei servizi sociali, ma mi domando perché debbano essere sminuiti nel confronto con la politica . Qualcuno storce il naso quando si parla di trasparenza, di strumenti di democrazia diretta, di Cdr, di raccolta differenziata come se tutto dovesse trovare risoluzione e ricomposizione nelle elezioni nonostante la storia recente insegni il contrario. Mi aspetto già che mi si dica, tra le tante cose, che le votazioni sono l’occasione per scegliere , se non altro, il meno peggio tra ciò che si trova sul mercato. Provate allora voi a chiedere consensi qualificandovi come il “meno peggio” e vediamo quanti ne raccoglierete, io , nel frattempo, (come tanti altri) cercherò di mantenermi lontano dai seggi elettorali per la voglia di fuggire che mi porto dentro….. e, al loro cospetto avrei voglia di gridare, parafrasando uno slogan dell’UDC di Casini : IO CHE C’ENTRO?
Gerardo D’Amore 26/02/10"


Ricevo e volentieri pubblico questa bella riflessione di Gerardo. Su un punto dissento lievemente.
Nell’ Ottobre ultimo scorso (cfr. questo blog: http://rionesantandrea.blogspot.com/2009/10/una-speranza-per-la-regione-campania.html) avviai una corrispondenza con la Segreteria Politica di De Luca, l’attuale candidato Governatore alla Regione Campania, nella quali attestai che, come asserisce Gerardo in questo scritto, mi sarei mantenuto “lontano dai seggi elettorali”, eccetto se non si fosse candidato lo stesso De Luca (in quel periodo cosa alquanto improbabile, tra l’altro); poiché, non so se ricordate, nell’immane tragedia dei rifiuti che aveva colpito Napoli e Caserta, la città di Salerno, di cui è Sindaco il De Luca, non vi era per strada una sola busta d’immondizia. Questa è l’unica e forse ‘ultima’ ragione per cui alle prossime elezioni regionali andrò a votare. Infine, spero ancora che il popolo ‘viola, ‘rosso’…, spazzi via questa nostra classe dirigente un po’ corrotta e un po’ impavida; che la giustizia e la legalità riacquistino, come la bella manifestazioni di ieri a piazza del Popolo a Roma ha proclamato, cittadinanza nel consorzio civile: “"La legge è uguale per tutti" è una bella frase che rincuora il povero, quando la vede scritta sopra le teste dei giudici, sulla parete di fondo delle aule giudiziarie; ma quando si accorge che, per invocar la uguaglianza della legge a sua difesa, è indispensabile l'aiuto di quella ricchezza che egli non ha, allora quella frase gli sembra una beffa alla sua miseria” (P. Calamandrei).
Antonio Merola

Nell'immagine in alto: Piero Calamandrei (1889 – 1956), giurista, uomo politico e scrittore;
in basso: Dino Buzzati Traverso (1906 – 1972,scrittore, giornalista e pittore.

giovedì 25 febbraio 2010

l’Ordine degli Architetti di Caserta s’accorge dell’esistenza del “Piano-Casa”


Con un provvedimento opportuno e tempestivo il Consiglio dell’Ordine degli Architetti – pianificatori – paesaggisti – conservatori della provincia di Caserta interviene sull’argomento “Piano – casa”, come si apprende dal comunicato stampa del 23/02/10, che annuncia la organizzazione di un seminario, con incontri a cadenza mensile, finalizzato ad assistere in “corso d’opera” la vasta platea di committenti, amministratori, imprese e progettisti, alle prese con il rompicapo di mettere d’accordo la Normativa Tecnica per le costruzioni e le leggi che tutelano i beni ambientali con le disinvolte prospettive edificatorie offerte dagli artt. 4, 5 e 7 della Legge Regionale 19 del 28 Dicembre 2009.
Il programma comprende interventi di “rappresentanti” della Regione, che ci spiegheranno la “filosofia” della legge (ci mancherebbe… chi meglio di loro?), funzionari del Genio Civile e delle Sovrintendenze che ci porteranno per mano per i “sentieri stretti” del rispetto delle norme in un contesto di abbaglianti chimere, ma così accidentato e periglioso, rappresentanti dell’ordine di categoria dei costruttori e degli industriali che avanzeranno le loro proposte per rendere sempre più funzionali al “rilancio economico” della Terra di Lavoro le operazioni immobiliari… etc….
Non è dato sapere se agli oltre duemila architetti – pianificatori – paesaggisti – conservatori sarà concesso il diritto di parola.
Siamo sicuri però che sia loro consentito di ascoltare e prendere diligentemente preziosi appunti: pertanto, commossi, non possiamo che ringraziare per la gentile concessione.
D’altra parte cos’altro avremmo la pretesa di dire oggi noi architetti – pianificatori – paesaggisti – conservatori, che in tutti questi anni non siamo stati capaci di dire nulla di autenticamente nostro (frutto di un aperto dibattito all’interno della categoria) su Area Metropolitana Napoletana, Conurbazione Casertana, massacro del territorio, periferizzazione dei tessuti urbani, inquinamento, aggressione delle colline e dei boschi, distruzione dell’agricoltura, mortificazione dei Centri Storici e dei Siti Archeologici…
Siamo stati travolti (compiacenti o annichiliti) nel gorgo dei processi che in questi decenni “altri” hanno attivato e gestito.
E così l’Ordine di Caserta, che ben rappresenta il nostro livello culturale e di coscienza civica, ancora una volta non ha potuto fare nulla di meglio che “mettersi a disposizione”.

Arch. A. Di Patria

martedì 23 febbraio 2010

IL PIANO-FORTE E IL PIANO-CASA


Si ha notizia che, in vista della discussione in Consiglio Comunale della Delibera riguardante i provvedimenti di competenza dell’Ente Locale relativamente alla attuazione del Piano-Casa, l’A. C. di S. Maria C. V. abbia consultato il Prof. Arch. Francesco Forte, incaricato della redazione del PUC, e che lo stesso, in data 19 Febbraio, abbia rilasciato un “parere verbale” (positivo?... negativo?....).
Insomma, non essendovi una nota sottoscritta ufficialmente consegnata, quella di Forte è da ritenersi nulla di più della espressione in forma privata di una opinione personale.
Ed infatti, che “ci azzecca” (come direbbe il buon Di Pietro) il progettista del PUC con il Piano-Casa, visto che le disposizioni di quest’ultimo sono in deroga ai Piani Regolatori vigenti (… figuriamoci a quelli “in itinere”)?
Ma allora l’Amministrazione Comunale con la suddetta consultazione cosa ha cercato di ottenere:
1. un autorevole avallo tecnico?
2. un’assoluzione preventiva dei suoi peccati?
3. un’assicurazione della successiva omertà da parte del tecnico che, dopo essere stato temporaneamente “sospeso a divinis” (dalla legge Berlusconi-Bassolino) per il tempo strettamente necessario all’approvazione del Piano-Casa, appena dopo il 28 Febbraio risulterà reintegrato nella funzione, con il preciso compito di compatibilizzare nel piano urbanistico generale che porterà la sua firma le scelte effettuate al di fuori di ogni logica di pianificazione?
Di fatto gli si chiede un esercizio di equilibrismo oltre l’impossibile, tenuto conto dei contenuti della “Relazione sullo stato di fatto” e della “Relazione sugli obiettivi programmatici di pianificazione”, che già portano la sua firma, consegnate nel Novembre del 2001 alla A. C. di S. Maria C. V., un anno e mezzo dopo aver ricevuto l’incarico di redigere il PRG (così allora si chiamava il PUC) dalla Giunta del sindaco Iodice.
Questo maledetto vizio della “politica” di tenere i tecnici a loro disposizione, e di pretendere che si precipitino ad ogni chiamata del ducetto di turno (il sindaco del paese, l’assessore provinciale o regionale, il governatore della regione…) per mettersi a disposizione nell’eseguire il “lavoro sporco” (legalizzare le porcherie), quando finirà?
Le condizioni perché esploda il patto tacito tra politica e professionisti (acquiescenza in cambio di incarichi) ci sono già: sta diventando praticamente abissale il divario tra le pretese di affarismo speculativo-clientelare dell’una rispetto agli oneri di formalizzazione e verifica posti a carico di quegli altri da una legislazione sempre più demagogica e farraginosa, travestita da “ambientalismo-culturalismo-tecnicismo” oltranzista.
Quanto alla reale partecipazione popolare alla formazione delle scelte di pianificazione dei territori, questa è stata letteralmente annichilita dall’apparato pseudo-tecnico e burocratico delle famigerate Valutazioni Ambientali Strategiche, del tutto mistificanti, di fatto gestite dai “ministri del culto” al di fuori di una qualsivoglia forma di onesta consultazione democratica delle comunità insediate.
Alla fin dei conti le procedure di verifica delle scelte in materia di urbanistica sono tutta una farsa!... Le cui conseguenze stavolta però possono essere davvero tragiche per l’assetto urbanistico di S. Maria C. V..
Qualche consigliere però, con uno scatto d’orgoglio, è ancora in tempo a portare nel Consiglio Comunale di S. Maria C. V. le proposte di emendamenti agli artt. 3 – 4 – 7 della Legge Berlusconi-Bassolino, protocollate al Comune il 26 gennaio con n° 000316 ed indirizzate al Sindaco, al Presidente del Consiglio Comunale ed alla Conferenza dei Presidenti dei Gruppi Consiliari.
Quanto meno provocherebbe una discussione in aula, nel corso della quale ciascuna forza politica e ciascun consigliere sarebbero costretti ad assumersi, apertamente di fronte a tutti i cittadini, le proprie responsabilità in merito al rigetto di correttivi improntati ad ovvio buon senso tecnico.
Al momento questa appare come l’unica forma di “resistenza” possibile, visto che la “società civile” sembra non avere le idee del tutto chiare e quindi tace, e la stessa magistratura, entro i limiti delle sue prerogative istituzionali/costituzionali, non ha il potere di bloccare o sanzionare scelte di merito fatte dalla politica.

Arch. Alfredo Di Patria

domenica 21 febbraio 2010

Epilogo del caso Mulino Parisi?


Dopo un incendio pochi mesi fa ed oggetto di indagini della Magistratura, l'ex Mulino Parisi è crollato. Ricevo e volentieri pubblico un articolo dell'architetto Alfredo di Patria (nella foto un'immagine del Palazzo Mulino Parisi, tratta dal sito inerno 18)
Domenica, 21 febbraio 2010, ore 8,oo: inizia la demolizione del "Mulino "Parisi": Via Appia completamente sbarrata all'accesso orientale di S. Maria C.V., mediante recinzione apposta sotto la "sorveglianza" della Polizia Municipale; traffico deviato su via A. righi.
Ore 15,oo: impossibile anche il transito sulla "predisposta deviazione", in quanto ingombrata da cumuli di spazzatura, residuato del mercato ortofrutticolo, e dai camion della ditta incaricata della raccolta.
Previsione: nei prossimi giorni l'intralcio al traffico passante ed in accesso si ripercuoterà da Maddaloni a Vitulazio.
Appello ai Magistrati della Procura della Repubblica di S. Maria C. V.
Per carità!, non vi venga in mente tra un giorno o tra una settimana di disturbare la impresa incaricata della demolizione del Mulino Parisi con un Vostro intempestivo intervento di requisizione del cantiere, magari per indagare su irregolarità urbanistiche, reati di corruzione, mazzette o quant'altro abbiate il sospetto possa coinvolgere sindaci, assessori, dirigenti di uffici tecnici, imprese in "odor di camorra", professionisti faccendiari, etc. etc...
Avete avuto tutto il tempo, prima che cominciassero i lavori.
Non contribuite pure voi a rendere impossibile la vita in questa città, come gia vi è capitato in altri casi, e da ultimo con Palazzo Mariotti, di cui avete sequestrato le macerie rimaste pericolanti all'angolo di via Avezzana!.
Ora lasciate che tutto si compia come ha voluto questa e la passata Amministrazione, e la politica "distratta e opportunista" di questa città, e nella direzione in cui una sedicente classe economico-imprenditoriale trascina le sorti del nostro territorio.
Il caso è chiuso!
Stiamo a vedere dalla sostituzione edilizia in oggetto che ne viene fuori, poi ne torniamo a parlare.

Arch. Alfredo Di Patria

mercoledì 17 febbraio 2010

Dimissioni a "Rinascita Cittadina"


BUON VIAGGIO A “RINASCITA CITTADINA”

Scusate amici, ma nel lasciarci è doveroso per me dirvi francamente come la penso.
La scelta di entrare nel partito di Berlusconi e Cosentino rientra pienamente nel vostro personale diritto, per nulla menomato dall’appartenenza a “Rinascita Cittadina”.
Un po’ meno lecito forse è l’esservi portati in dote l’intera associazione, che qualcun altro, oltre voi, ha quantomeno contribuito a creare e a mantenere in vita per un paio di anni.
Peraltro mi rendo conto che, quant’anche la vostra personale sensibilità nei miei confronti ve lo suggerisse, Rinascita Cittadina non è un eredità che si può scomporre in quote per lasciare il dovuto a ciascuno.
D’accordo, sono io che scendo… dal vagone in corsa.
Ma se prima di svoltare aveste messo la freccia, sarei sceso prima, evitandomi qualche rischio.
Pazienza! Non siete i soli ad esservi distratti: non c’è uno straccio di cronista locale che si sia chiesto: "a proposito… ma che fine ha fatto Alfredo Di Patria?"
Qualcuno tra questi però, che è restio ai facili ottimismi, o meglio più acido degli altri, ha intravisto e segnalato sul suo blog che la vostra è una svolta che infastidisce chi vi si ritrova inaspettatamente trai piedi.
A me piuttosto sembra una “svolta pericolosa” (chi ha più di cinquant’anni ricorda il titolo di uno dei primi sceneggiati televisivi della RAI, … e la conclusione tragica fatta dal suo protagonista).
Converrete comunque che oggettivamente è un “salto della quaglia”-
Dopo aver sostenuto che l’associazionismo di base nasce dall’esigenza di far politica e cultura al di fuori di “partiti politici di destra e di sinistra ormai allo sfascio ed irriformabili”, siete costretti a sostenere oggi di aver scoperto che ce n’è almeno uno nel quale è possibile perseguire quegli obiettivi sociali ed ambientali che è necessario porre alla base di una rinnovata pratica politica a servizio delle nostre genti e del nostro territorio: quello nel quale siete entrati in pompa magna con tanto di fanfara!

Voi sapete in proposito come la penso, ed i motivi per i quali viceversa vi avevo proposto di dare un contributo all’ultimo tentativo di resistenza disperata che volontaristicamente (e per qualcuno “umoristicamente”) si appella Speranza Provinciale Casertana.
E poiché sapete che nelle cose che faccio ci metto volontà senza calcolo, e non disdegno neanche l’umorismo, vi è perfettamente chiaro del perché, senza alcuna speranza di riscontri immediati, continuo la mia strada con Speranza Provinciale, con Tanzarella, Vozza e tanti altri che hanno ancora il coraggio di denunciare, ma anche di sognare e la capacità di proporre agli elettori una via d’uscita fondata sulla responsabilità e la democrazia.
Voi dite che siete entrati in un partito che vi consentirà di perseguire proprio questi obiettivi, e che siete pronti a coinvolgere, appena ve ne sarà data l’opportunità e la facoltà, tutti coloro che con voi hanno condiviso certe battaglie civili e culturali.
Auguri! Risparmiatevi promesse, però, almeno nei miei confronti: sono stato lasciato a piedi già molte altre volte e ho imparato che, al di là della “buona volontà” degli uomini, quel che conta sono i “processi” ed i “vincoli” che questi impongono a chi c’è dentro.

Comunque, se percorrendo la vostra strada riuscirete a far qualcosa di buono, com’è mio costume, ve ne darò atto.
Alfredo Di Patria
Ex segretario di “Rinascita cittadina"

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La svolta politica impressa da alcuni aderenti all'associazione Rinascita Cittadina con l'adesione al PDL, mi lascia amareggiato per due fondamentali motivi:
1. l'associazione si è sempre voluta distinguere per la sua attività legata al territorio scevra da appartenenze, seppure composita di diverse sensibilità politiche;
2. l'associazione ha rifiutato l'invito ad aderire al movimento "speranza provinciale" per l'immediata proiezione elettoralistica sulle prossime consultazioni provinciali.
La scelta, quindi, di far confluire, perchè di questo si tratta, la storia e le esperienze finora maturate nel partito di Berlusconi avrebbe dovuto seguire la prassi democratica della "consultazione" o semmai "dell'anticipazione condivisa".
L'aver voluto "magnificare" lo sforzo del coordinatore cittadino del PDL come unico baluardo alla politica di asseverazione al potere da parte di questo Consiglio Comunale formato "IKEA", senza domandarsi quale ruolo hanno finora ricoperto i rappresentanti di tale formazione, lascia perplessi sul "valore aggiunto" che questi nuovi aderenti potranno esprimere.
D'altronde (si è sempre sostenuto), la scelta di non schierarsi nel ballottaggio alle comunali del 2007, non era riferita al fatto che i duellanti erano espressione dello stesso versante politico di "centro-sinistra", ma per una convinzione di fondo sulla composizione asettica degli schieramenti la cui unica accumunazione trasversale era la gestione della cosa pubblica a fini di potere politico personale.
Ed il tempo ha dimostrato che quella convinzione era assai fondata.
Molto più naturale, quindi, sarebbe stato continuare a lavorare per mettere insieme le forze sane della Città per la costruzione di un movimento cittadino in cui far confluire tutti i soggetti organizzati o meno e amplificare le necessità, i bisogni, i disagi della gente per comporre un nucleo forte d'opinione per una grande lista civica di Rinascita Cittadina alle prossime consultazioni comunali.
Organizzare ora per proporre poi, troppo faticoso? Meglio traslocare in un sito sicuro, dove le discussioni hanno un finale gia scritto, dove le opportunità sono più ampie e sicure?.
Avendo io riaderito (nel luglio 2009) al PD e svolto un azione di pungolo verso questo partito sulle tematiche che Rinascita Cittadina (o meglio che Alfredo Di Patria), ha in questi mesi espresso (vedi piano-casa, cinema politeama, etc..) e non potendo dirmi contento della svolta impressa, non mi resta che dimettermi dall'associazione e dall'incarico di Presidente dei Probiviri.
Auguro ai miei amici (perchè tali sono è rimmarranno) la fortuna che essi sperano, non nascondendo però la mia imparziale attenzione su quanto il PDL di S. Maria svilupperà nei prossimi mesi, nell'attesa di cogliere quella profonda inversione politica del partito di opposizione (che non mi porterà mai verso il centro-destra), ma renderebbe giustizia alle tante denunce (che proprio Rinascita Cittadina e le altre Associazioni Sammaritane), hanno finora fatto agli "stipendi di ruolo" che i Consiglieri di questo schieramento si sono ritagliati.

Vincenzo Di Giacomo
ex Presidente Probiviri associazione Rinascita Cittadina

giovedì 11 febbraio 2010

Stamane l’inaugurazione a Sant’Andrea dell’Hospice “Nicola Falde” di S.Maria C.V. e un incontro…singolare


Una bella realtà clinica a Sant’Andrea per l’assistenza e le cure palliative al malato oncologico. Essendo una realtà nuovissima, quasi unica in Regione Campania, si spera in un successo, soprattutto al servizio di un malato, quello oncologico, che se da un lato è quello che ha più bisogno di assistenza e supporto, dall’altro sino ad oggi non vi erano servizi e strutture rispondenti alle sue reali necessità. Hanno animato la mattinata numerose Associazioni aderenti alla F.A.V.O. (Federazione italiana delle Associazioni di volontariato in oncologia), con l’intervento del responsabile dell’Unità Cure palliative e fisiopatologia del dolore dell’Ospedale di Caserta, dr. Gianluigi Zeppetella.
Ma l’incontro che a me è sembrato abbastanza singolare è stato quello con Francesco De Lorenzo, sì…l’ex Ministro della Sanità. Questi è uno degli animatori delle suddette Associazioni volontaristiche (Presidente dell’AIMAC, Associazione malati di cancro, parenti e amici), e con alcuni colleghi
(nella foto, oltre al sottoscritto e a De Lorenzo, ci sono gli amici e colleghi Michele Di Rauso, medico di base, Pina Fellaco, dietologa, e Giuseppe Papale, neurologo) abbaiamo fatto un po’ di amarcord, ricordando soprattutto quando De Lorenzo insegnava Biochimica alla II Facoltà di Medicina di Napoli, e quando a tutti noi presenti ci esaminò all’esame di biochimica (per la cronaca, presi 28/30…). Ovviamente abbiamo evitato di citare anche minimamente il suo passato giudiziario, perché chiunque ha diritto ad un giusto oblio (da precisare, pro veritate, che una sentenza della Corte Costituzionale affermò che nel procedimento penale di De Lorenzo non furono applicate le norme del giusto processo, pertanto, se la sentenza non fosse passata in giudicato, sarebbe stata annullata…).

lunedì 1 febbraio 2010

COSI’ FAN TUTTI


Ricevo, e volentieri pubblico, una bella riflessione di Gerardo D'Amore che, come il suo nomen, mostra di amare tanto la nostra Città...

Le polemiche dei giorni scorsi tra uomini dei partiti politici che governano la mia città da anni e le accuse reciproche di mettersi di traverso per il mancato riconoscimento di un incarico pubblico promesso svelano una funzione della politica da sempre mascherata.
Ci si candida, quindi, a rivestire una carica politica per pura convenienza o imitazione?
Qualcuno più realista di me potrebbe rispondermi che questa è una domanda retorica e che gioco a fare l’ingenuo fingendo di non conoscere la verità.
La “libido dominandi” (bramosia incontrollata di dominio) ha espulso ogni passione dal campo della politica .
Se è così, allora perché durante le campagne elettorali si presentano programmi politici lunghi chilometri facendo inutilmente sgobbare gli esperti del settore? Basterebbe che ogni concorrente dicesse apertamente : “io voglio essere votato perché mi aspetto, raggiunto l’obiettivo, di andare a far parte di tale Commissione o di veder soddisfatto un personale interesse” e tutto sarebbe più semplice. Eviteremmo fiumi di inchiostro e false promesse e, soprattutto, speranze collettive disattese perché tutto il resto, come si dice in gergo, “passerebbe in cavalleria”. Non si discuterebbe più, in convegni noiosi, dell’abbandono dei suoli , della loro cementificazione, dei condoni, dei tanti “piano casa” e di altre amenità che accompagnano la devastazione dei territori operata in maniera “bipartizan” dai governi locali . Si riconoscerebbe , finalmente, al mattone il suo ruolo di “protesi della politica”.
Certo dovremmo inventarci, a questo punto, qualcosa che possa affrontare i problemi della gente comune come la chiusura delle fabbriche , il fallimento delle rivendite commerciali, il caro fitti che rende impraticabile il diritto ad avere un tetto sulla testa, il progressivo impoverimento delle città.
Se la politica dichiara apertamente la sua incompetenza in materia, qualcuno dovrà pure accorgersi dello sviluppo urbanistico in stile “tardo casalese” che richiama subito alla mente la potenza politico-militare d’oltreoceano, dovrà pure approfondire gli studi sulla spazialità urbana espressa da questo tipo di architettura e sul messaggio che essa intende propalare.
Non sono religioso , pertanto, non posso appellarmi, per dare una spiegazione di questa défaillance della politica, al motto antico: “quando Dio vuole punire un popolo lo consegna al governo degli imbecilli”. Bisogna, però, convenire che aver fede in questa massima porterebbe tutti, anche i più ferventi cattolici, sulla strada dell’empietà perché insinuerebbe qualche dubbio “spontaneo ” : -di quale grave peccato si è mai macchiato il popolo di S.Maria C.V. e quando gli sarà concessa la misericordia divina?- Sarebbe necessario , considerata la lunga espiazione, interrogare un auspice sui tempi della penitenza che, a dire il vero, sembrano interminabili.
Per concludere con un pizzico di ironia che ci soccorre sempre a rischiarare tempi bui e volendo usare un aforisma occorrerebbe ammettere che “molti politici sono come i funghi , sono tutti commestibili anche se una volta sola. “ Questo forse è l’unico campo dell’esistenza che va praticato, a mio avviso , facendo appello ad una sana astinenza, virtù dell’anima che permette di sfuggire alle insidie dei veleni .

Gerardo D’Amore da S.Maria C.V. 30/01/2010