giovedì 27 maggio 2010

Noi cittadini abbiamo bene il diritto di non restare ostaggio di scontri tra interessi e di guazzabugli burocratici


La notizia apparsa sulla cronaca on-line, che non sarebbe stato rilasciato dall'Amministrazione Comunale di S. Maria C. V. il Permesso di Costruire per un complesso edilizio residenziale-commerciale, come richiesto dagli attuali proprietari del Mulino Parisi, si accompagna a dettagli forse non precisi e dunque fuorvianti.

Se quelli che conosciamo noi sono i documenti grafici e normativi del PRG/83 ufficiali ed autentici, dagli stessi rileviamo, come già richiamato in una precedente nota sull'argomento, che l'area in oggetto, riservata in un primo momento dal progetto di Piano allo standard n° 11 (edilizia scolastica), in sede di adozione dello strumento urbanistico ed in virtù dell'accoglimento della Osservazione n° 8, fu riclassificata area edificabile inclusa nella zona omogenea B 2.1, e tale dovrebbe essere rimasta nel dispositivo di approvazione regionale del Piano Regolatore tutt'ora vigente.
A meno che la Regione non abbia rigettata l'Osservazione suddetta ed il parere favorevole al suo accoglimento espresso dal Consiglio Comunale in sede di adozione del PRG (ma chi è depositario di questi segreti?...).
Comunque se all'epoca fosse stato confermato dalla Regione il vincolo alla destinazione standard, esso a tutt'oggi risulterebbe abbondantemente scaduto, e l'area declassata a "zona bianca" inclusa nel perimetro urbano, in attesa di riclassificazione: ma giammai "zona agricola". Viceversa se l'area de quo è legittimamente edificabile previa demolizione delle costruzioni esistenti, allora delle due l'una:
1. o il proprietario della stessa pretende troppo in termini di destinazione e cubature (cioè oltre quanto consentito in zona B 2.1 dalle norme del PRG/83);
2. o l'A. C. di S. Maria C. V. e l'Ufficio Tecnico Comunale hanno preso quanto meno ... un granchio.
Quanto poi al fatto che il Piano Regolatore vigente sia vecchio ed inadeguato, com'è stato sottolineato da qualcuno che ha astiosamente commentato il diniego di Concessione in oggetto (azzardando anche l'ipotesi che ben diverso sarebbe stato l'esito della pratica se a firmare il progetto fosse stato qualche altro professionista), è appena il caso di richiamare che il tentativo fatto qualche anno fa di varare uno strumento nuovo, contrario alla speculazione ed adeguato alle vere esigenze della comunità sammaritana (e comunque di dar vita ad un corso più trasparente della gestione dell'urbanistica in questa città) è fallito per il boicottaggio delle solite lobby e per il disinteresse dei cittadini.
Al punto in cui siamo cosa si prospetta ora per l'area dell'ex Mulino Parisi?
Una guerra aperta a colpi di carta bollata o trattative sotterranee tra le parti?...
In ogni caso, di fatto, lo stallo per ancora chissà quanto tempo!
E pure sarebbe bastata un po’ di intelligenza ed autorevolezza da parte dell'A. C. e di senso della misura da parte della proprietà del Mulino Parisi per arrivare invece a concordare una sistemazione complessiva della vasta area, comprensiva sia di una equilibrata utilizzazione residenziale-direzionale redditizia per gli operatori privati, sia di una quota di attrezzature pubbliche (verde, parcheggi ed attrezzature sociali) a beneficio dell'ambito urbanistico di contesto.
Invece ora la parte nord ed est del lotto rimane oppressa da quello che ormai hanno fatto diventare un rudere non più recuperabile, e quella retrostante e ad ovest un area incolta preclusa in ogni caso alla fruizione dei cittadini e senza alcuna utilità urbanistica e sociale.
Speriamo almeno che al più presto venga eseguita la messa in sicurezza del fronte nord del fabbricato e venga sbaraccata quella recinzione di barriere visap avanzate sulla sede stradale, che restringe ormai da mesi a budello l'accesso principale di S. Maria C. V. dalla via Appia, complicando ulteriormente un incrocio a cinque bracci già di per sé irregolare e congestionato.
Noi cittadini abbiamo bene il diritto di non restare ostaggio di scontri tra interessi, e di guazzabugli burocratici.

27/05/2010 - Associazione Terzo Millennio di S. Maria C. V.

venerdì 14 maggio 2010

UN TERMOVALORIZZATORE A S.MARIA CAPUA VETERE? (2)


Lo Spettro di un Termovalorizzatore si aggira per le campagne di Sant'Andrea

Provenendo da Teverola in direzione nord-est, arrivati alla località Spartimento, mentre la Strada Statale 7 - bis devia a sinistra per San Tammaro e Capua, dove si ricongiunge all'Appia, la Provinciale Via Napoli prosegue diritta verso il centro abitato di S. Maria C. V..
La biforcazione molto angolata è inoltre sovrastata dal viadotto delle FS che le viene incontro tenendosi nell'ultimo tratto in parallelo alla provinciale e quindi taglia la statale allo stesso modo.
Al di là della deviazione sui due lati della SS 7 - bis sono ubicati da un lato il carcere mandamentale e dall'altro l'impianto del CdR sorto nel 2001/2002 sull'area dell'ex impianto di trattamento degli RSU: due funzioni il cui traffico indotto ed i cui accessi interferiscono pesantemente con il traffico passante Aversa - Capua.
Da qui si vedono in lontananza le case della nuova periferia del rione Sant'Andrea, l'antico borgo di Sant'Andrea dei Lagni rimasto tagliato fuori da un rapporto organico con la cittadina sammaritana risorta nel settecento sull'Antica Capua, fin da quando, a metà ottocento, fu realizzata la tratta locale della ferrovia Napoli - Roma.
Alle spalle dell'impianto di CdR, compresa tra le due strade che proseguono divaricandosi, si apre l'ultimo spazio dell'ambito territoriale del comune di S. Maria C. V. rimasto ancora agricolo.
Sembra che in questa campagna il neoeletto Presidente della Provincia Domenico Zinzi abbia l'intenzione di ubicarvi un termovalorizzatore dimensionato sul bacino provinciale di produzione dei rifiuti, secondo una certa "visione tecnica" che lo considererebbe opportunamente affiancato al Cdr, impianto destinato per l'appunto alla produzione di combustibile da rifiuti (le famose ecoballe).
A tutta prima sembra un idea buttata lì, frutto dell'improvvisazione personale, che infatti non ha suscitato particolari commenti.
A parte il movimento Speranza Provinciale che immediatamente ha preso posizione contro l'ipotesi del termovalorizzatore, richiamando a Zinzi quali siano viceversa i provvedimenti da prendere per risolvere alla radice la problematica dei rifiuti nella nostra provincia, ed a parte l'associazione Rione Sant'Andrea, che immediatamente ha chiesto al sindaco di S. Maria C. V. chiarimenti in merito al paventato termovalorizzatore che dovrebbe sorgere in prossimità del quartiere, altri, che pur dovrebbero dire qualcosa, per il momento non dicono niente.

L'A. C. di S. Maria C. V. non scopre le sue carte; gli esponenti politici cittadini tacciono.
Noi riteniamo invece che va fatta immediatamente chiarezza per accertare quale fondamento abbiano le voci secondo cui l'idea annunciata in maniera informale dal Presidente della Provincia non è solo una sua brillante invenzione, bensì corrisponde a volontà più ampie e condivise che forse gliel'hanno suggerita; non sottovalutiamo affatto la pericolosa "fattibilità" di un impianto che potrebbero essere in tanti a volere, e del quale forse a nostra insaputa già si parla da tempo in determinati ambienti.
Gli indizi ci sono.
L'area in oggetto è infatti da più di venti anni in attesa di una riclassificazione urbanistica e dunque di una destinazione diversa da quella agricola.
Nel 1988 fu varato un Piano Per Insediamenti Produttivi esteso oltre 300.000 mq, redatto dall'Ufficio Tecnico Comunale, fuori Piano Regolatore e dunque illegittimo: all'inizio fu finanche pubblicato il bando di gara per l'assegnazione dei lotti edificabili... poi non se ne seppe più nulla.
Ma recentemente l'Amministrazione Comunale di S. Maria C. V. presieduta dal sindaco Iodice ha rispolverato quel Piano e lo ha riproposto in Consiglio Comunale.
Evidentemente c'è qualcuno che vuole arrivare alla sua meta a tutti i costi anche a distanza di anni.
Avverso i contenuti tecnici del Piano di cui alla Delib. di adozione n° 52 del 20/07/04, furono presentate formali Osservazioni al Signor Sindaco,al Presidente del Consiglio Comunale, al Direttore del Settore Tecnico Comunale (prot. 25343 del 9 Settembre 2004).
Successivamente, avverso la procedura di approvazione effettuata dalla nuova amministrazione (commissariale in attesa di nuove elezioni) e pubblicata nel BUR Campania n° 46 del 09/10/06, altri cittadini sammaritani (un agronomo, un geologo, un funzionario della P. A.) venne depositata al prot. n° 42690 dell'11/12/06 una circostanziata nota indirizzata al Sindaco e al Direttore del Settore Tecnico.
Non sappiamo con quali risultati sotto il profilo legale (l'A. C. di S. Maria C. V. non ha mai risposto): forse il Piano, nonostante la qualificata opposizione è giuridicamente esistente e valido?
Un fatto è certo: esso è a tutt'oggi inoperante.
Ed infatti, a prescindere dall'iniziativa di contrasto, gli "interessati" hanno un altro e forse più grave problema: a chi rifilare quelle aree non ancora urbanizzate, come aree edificabili a destinazione produttiva, se di operatori in attività produttive non si profila neanche l'ombra all'orizzonte?
Il termovalorizzatore di Zinzi potrebbe essere allora l'"uovo di Colombo", la destinazione ad hoc, la soluzione ideale per trarre profitto dalla cementificazione legalizzata di una vasta area: i soldi si troveranno nel programma di investimenti pubblici per il completamento delle infrastrutture e degli impianti necessari a risolvere (alla maniera di Berlusconi, ma non solo...) la "questione rifiuti".
Quanto agli impegni di ridurre a monte il carico dei rifiuti, di portare a compimento una integrale differenziata, di sostenere la creazione di filiere per il riciclaggio dei materiali recuperabili, di realizzare gli impianti di compostaggio, e i tanti altri obiettivi proclamati, ... tutto ciò non conterà più nulla di fronte al fiume di denaro che girerà intorno alla vendita delle aree, ed alla progettazione e realizzazione del termovalorizzatore!
E così il territorio di S. Maria C. V. corre davvero il rischio di perdere altri ettari del suo ormai esiguo patrimonio di spazio agricolo, preziosi ed insostituibili per l'equilibrio ambientale ed urbanistico locale e potenziale risorsa per la partecipazione del comune ad un nuovo ciclo economico fondato sulla green-economy.
E tutto ciò magari senza che la classe dirigente politica e professionale sammaritana si assuma la responsabilità di sottoporre a corretta verifica il bilancio economico-ambientale delle conseguenze che deriverebbero dall'attuazione di una previsione tanto nefasta quanto chiaramente sostenuta solo da interessi di parte che nulla hanno a che vedere con le esigenze di una intera comunità.

Ass. Terzo Millennio S. Maria Capua Vetere

email: terzomillennio.caserta@gmail.com
sito internet: www.terzomillennio.caserta.it


Nella foto: lavori di riattazione del portale seicentesco della Chiesa di Sant'Andrea Apostolo

lunedì 10 maggio 2010

UN TERMOVALORIZZATORE A S.MARIA CAPUA VETERE?


Al Sig. Sindaco
del Comune di Santa Maria Capua Vetere
Fax Ufficio Protocollo: 0823.813.108


Oggetto: informazioni circa le notizie di stampa sulla richiesta, da parte del neopresidente della Provincia di Caserta, di contributi all’Unione Europea per un termovalorizzatore “… dalle parti di Santa Maria Capua Vetere …”.

Il sottoscritto dr. Antonio Merola, medico di Famiglia in S.Maria Capua Vetere, con studio in via Trento 3, tel./fax 0823/890289, cell. 335/8281860, posta elettronica certificata: antoniomerola@pec.it,
vista la notizia, pubblicata su “la Repubblica/Napoli” in data 9/5/2010, pag. V, “CASERTA, Zinzi firma l’intesa per la sua provincia per un termovalorizzatore e stop ai rifiuti da altre aree”, che si allega alla presente, nella quale si annuncia, tra l’altro, che “… Zinzi però ha voluto fortemente l’accordo dopo aver annunciato di voler chiedere i contributi Ue per un termovalorizzatore casertano … non certo a S.Maria La Fossa, progetto ormai tramontato a tutti gli effetti, semmai dalle parti di Santa Maria Capua Vetere, dove c’è già l’impianto di trattamento Stir…”;
chiede
alla S.V. se è nota la richiesta di cui in oggetto.
Grato per cortese cenno di riscontro, porge distinti saluti.

S.Maria C.V., 10/05/2010
Dr. Antonio Merola