lunedì 26 ottobre 2009

Una speranza per la Regione Campania: Vincenzo De Luca, Sindaco di Salerno


Dopo aver letto, il 16 Ottobre ultimo scorso, sulla stampa nazionale la notizia che la città di Salerno, con il suo 72%, è il primo capoluogo d’Italia per la raccolta differenziata; ritornando con la mente all’immane tragedia dei rifiuti in Campania, tragedia che ha colpito solo Napoli, Caserta e rispettive province, e che a tuttora persiste in moltissime periferie (come la nostra a S.Andrea, cfr. http://rionesantandrea.blogspot.com/2009/06/rifiuti-diversamente-da-come-riportato.html o come le terre della provincia napoletana e casertana descritte nel sito: http://www.laterradeifuochi.it); considerando che la causa principale di tale scandalo sia nella classe dirigente della Regione (leggi: Bassolino),
ho scritto una lettera al Sindaco di Salerno:


-----Messaggio originale-----
Da: Antonio Merola [mailto:merolamonaco@tin.it]
Inviato: domenica 18 ottobre 2009 12.50
A: Sindaco di Salerno
Oggetto: Arce; elezioni regionali.


Egregio Sig. Sindaco,
sono un medico (46 anni) di base di Santa Maria Capua Vetere.
Recentemente ho costituito, insieme ad altri 6 medici di famiglia, un'associazione in rete geografica denominata "Arce", Associazione Medici in Rete di Caserta, ma anche in onore, forse con un pizzico di immodestia, dell'Acquedotto dell'Arce in Salerno, dove nell'XI secolo la leggenda narra dell'incontro, sotto gli archi dell'antico acquedotto, tra alcuni medici, tra cui il latino Salernus, che diedero vita alla SCUOLA MEDICA SALERNITANA ( http://associazionearce.blogspot.com/), forse a buon diritto considerata la prima Università medica d'Europa!!
Inoltre, per alcuni anni ho lavorato, come medico di guardia medica, in un bellissimo paese nel Vallo di Diano, Rofrano. Insomma, credo di poter affermare, senza dubbio, di amare Salerno e la sua Provincia, allo stesso modo della mia (martoriata) terra. Ora vengo alla ragione per cui Le scrivo.
Avevo intenzione di non andare a votare alle prossime elezioni regionali in Campania. Ma alcuni mesi orsono l’ho ascoltata in un incontro alla festa dell’Unità di Macerata Campania (non so se si ricorda del Sindaco, mio amico, Luigi Munno): mi sembrò di essere ritornato ai tempi gloriosi del PCI…
Ecco, questo volevo significarLe: se Lei verrà candidato alla Regione Campania, certamente cambierò opinione circa la possibilità di andare a votare.
Ma un dubbio mi assale: anche Bassolino, prima di divenire Presidente della Campania, è stato un ottimo Sindaco di Napoli…
La saluto cordialmente, e auguro a Lei e a Noi tanta fortuna.
Antonio Merola


----- Original Message -----
From: Fiore Anna
To: merolamonaco@tin.it
Cc: Sindaco di Salerno
Sent: Monday, October 26, 2009 6:08 PM
Subject: R: Arce; elezioni regionali.


Gentile Antonio,
grazie, grazie di cuore per i complimenti e per il sostegno.
Anche a noi è molto cara l’immagine dell’Acquedotto medievale: è il simbolo riportato sul logo della lista civica “Progressisti per Salerno”, con la quale Vincenzo De Luca è stato eletto per la prima volta Sindaco nel 1993.
I risultati raggiunti a Salerno sono davvero straordinari. Rappresentano la testimonianza reale e concreta che, anche nel Sud, anche in Campania, si possono ottenere risultati eccellenti con un lavoro tenace e costante.
Ancora non sappiamo come evolverà la questione relativa alle candidature per le Regionali 2010. Sappia tuttavia che se il Sindaco Vincenzo De Luca deciderà di scendere in campo per la presidenza della Regione Campania, chiederemo il sostegno di tutte le forze sane della nostra amata terra.
La nostra unica forza è il lavoro quotidiano e l’incoraggiamento della gente, a prescindere dalle appartenenze politiche.
Siamo convinti che una speranza ancora c’è, anche per la Regione Campania.

Grazie ancora
Cordialmente


dr Anna Fiore
Staff Sindaco/Area Comunicazione
Comune di Salerno
Tel 089662724 - Fax 089662354
email: comunicazione@comune.salerno.it
URL www.comune.salerno.it

martedì 20 ottobre 2009

"Il Bene ieri ha perso di brutto : I MISERABILI" di Massimo Gramellini (nella foto)


Leggo su “La Stampa” di oggi una bella riflessione di Massimo Gramellini:

"A Napoli un bambino è morto a sei anni di povertà. Veniva dall’isola di Capo Verde, ma sapeva già leggere e scrivere in italiano. Era educato, ordinato, molto pignolo, dicono le maestre. Amava il disegno e sognava di fare l’ingegnere. Si chiamava Elvis, come l’eroe del rock. Lo hanno trovato per terra, in una stamberga di venti metri quadri, i polmoni intasati dalle esalazioni di un piccolo braciere. Da quando l’Enel aveva staccato la corrente che alimentava la stufetta elettrica, quel fuoco improvvisato e velenoso era diventato l’unica fonte di riscaldamento di tutta la famiglia. Non c’era altro calore, non c’era più cibo. Ed Elvis se n’è andato così, addosso alla madre agonizzante, la testa appoggiata al ventre da cui era uscito sei anni prima per la sua breve e infelice partecipazione alle vicende del pianeta Terra.
Mi sento totalmente inutile, come giornalista e come essere umano, perché mi tocca ancora raccontare storie del genere, nel mio evoluto Paese. Ci riempiamo la bocca, io per primo, di parole superflue. Ci appassioniamo ai problemi di minoranze potenti e arroganti. E accanto a noi, in un silenzio distratto, si consumano le disfatte degli umili e dei mansueti. Persone come la mamma di Elvis, che fino all’ultimo ha provato a raggranellare onestamente qualche soldo per la stufetta, andando in giro a fare le pulizie. Il Bene ieri ha perso di brutto. L’importante è rendersene conto, non distrarsi, non rassegnarsi, organizzare la riscossa. Anche per Elvis, che tornerà a trovarci ogni giorno, sulla faccia di tanti bambini uguali a lui".

http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/hrubrica.asp?ID_blog=41

lunedì 19 ottobre 2009

PALAZZO MARIOTTI: QUANT’ALTRO DURERA’ LA TELENOVELA?


La notizia del “sequestro preventivo” di Palazzo Mariotti da parte di un GIP del Tribunale di S. Maria C. V. sembra una battuta umoristica.
Ciò che è stato sequestrato infatti non è il palazzo, bensì un cumulo di macerie: di fatto si è trattato di un “sequestro postumo”.
Oltre alla tempestività del provvedimento, c’è da apprezzarne la motivazione: il proprietario dell’immobile si è reso colpevole di averlo demolito “oltre quanto consentito dalla Concessione Edilizia”. Chissà quanto era consentito demolire di un palazzo che la Soprintendenza aveva vincolato come fabbricato di interesse storico – ambientale…
La vicenda sarebbe tutta da ridere, se non fosse tragica e paradigmatica di una condizione “sammaritana” (ma che tutto sommato possiamo anche definire “italiana”), e se non fosse avvolta dai soliti misteri che rendono l’urbanistica un terreno minato.
Vero è che il Piano Regolatore Comunale dell’83 non include Palazzo Mariotti nel Centro Storico, benché già a prima vista ed anche ad un incompetente esso appariva come un dignitoso fabbricato dell’800 meritevole di essere tutelato.
Per la Soprintendenza ai Beni Architettonici-Ambientali-Storici i fabbricati risalenti ad epoca antecedente la seconda guerra mondiale hanno tutti potenzialmente un valore storico-ambientale più o meno rilevante. Va detto però che i rispettivi proprietari sono assoggettati al vincolo di cui alla L 1089/39 solo se il “rilevante interesse storico-ambientale” è stato loro ufficialmente notificato.
Intanto la “Ricognizione della città di S. Maria C. V.” propedeutica alla formazione del nuovo PRG, (consegnata ufficialmente all’A. C. già a Novembre del 2001) segnalava Palazzo Mariotti tra i centottanta fabbricati significativi della storia e dell’identità urbanistica della città: quegli elaborati non sono mai stati portati alla conoscenza dei cittadini, e meno che mai l’Ufficio Tecnico Comunale ne ha tenuto conto.
E così solo qualche anno dopo, chi è venuto a S. Maria C. V. a comprarsi quel palazzo aveva già pronto il progetto della sua sostituzione.
Allora, prima domanda: quel palazzo gli era stato venduto già gravato dal vincolo notificato della Soprintendenza?
Seconda domanda: all’Ufficio Tecnico di S. Maria C. V. gli hanno rappresentato la rilevanza storico-ambientale dell’immobile?
Sembra che, viceversa, a fronte della richiesta, in un primo momento e nell’assoluto disinteresse degli amministratori di S. Maria C. V., sia stato rilasciato dall’UTC il Permesso di Costruire per la sostituzione edilizia senza alcuna prescrizione di tutela storico-ambientale.
E però quando allora l’Associazione “Rinascita Cittadina” intraprese la sua campagna mediatica a difesa di Palazzo Mariotti, si trovò improvvisamente e inaspettatamente scavalcata da un turbine di iniziative: denunce, sigilli al fabbricato da parte dei Carabinieri, intervento della Soprintendenza, retro-march dell’Ufficio Tecnico Comunale. Sembravano essersi risvegliati dal torpore finanche personaggi della politica e dell’amministrazione che negli anni precedenti, se avessero veramente voluto, avrebbero ben potuto (e dovuto) promuovere l’approvazione di provvedimenti di regolamentazione urbanistica volti ad evitare che Palazzo Mariotti (e prima ancora il Palazzo del Vescovo di via Melorio, il palazzo di via Torre ex Ufficio del Lavoro, il giardino del palazzo del Duca di Presenzano a via Roberto D’Angiò, etc…) fossero aggrediti dalla speculazione.
Alla fin dei conti per un imprenditore che viene da fuori un “palazzo vecchio” di S. Maria C. V. è solo l’occasione per una “operazione immobiliare”: per i cittadini di S. Maria e per i suoi amministratori dovrebbe essere qualcosa di ben più importante.
Comunque sembra che, dopo la revoca della Concessione, al proprietario di Palazzo Mariotti sia stato proposto un compromesso: lasciare in piedi le facciate e svuotare l’interno per ricavarci comunque un bel po’ di appartamenti e di posti auto. Ipocrisia di una ormai diffusa forma di “conservazione” del patrimonio storico-architettonico che di fatto danneggia l’urbanistica senza accontentare del tutto la speculazione.
Ma il proprietario ad un certo punto sembra non aver più tanta fretta: chiede e gli viene accordato il permesso per un “intervento di messa in sicurezza”. (l’immobile peraltro, oggettivamente, con il tetto ormai sfondato e senza infissi esterni, si stava infradiciando e si avviava ad andare rapidamente in malora).
Nel metterlo in sicurezza però… Palazzo Mariotti gli è andato giù!
Nuove denunce e nuovo sequestro.
E così permane ancora dopo due anni (e rischia di restarci per chissà quant’altro tempo) quella recinzione esterna ai fronti dell’immobile che strozza il traffico al già problematico incrocio di via Mazzocchi con via Avezzana: quest’ultima ormai vera e propria tangenziale di scorrimento del traffico proveniente da S. Tammaro e Capua e diretto ad Aversa e Caserta, appesantita proprio nel tratto successivo da un irragionevole carico di scuole, condomini allucinanti (ai quali stava per aggiungersi la “sostituzione” di Palazzo Mariotti), passaggi a livello e sottopasso alle FS, nonché attività commerciali che si “dilatano” sulla pubblica via in maniera selvaggia; tutto debitamente autorizzato!
Ma sono ancor più anni che quell’angolo di isolato urbano del Centro Storico era stato lasciato deperire dalla precedente proprietà, riducendolo alla condizione di una indecorosa fatiscenza.
Cosa vogliamo fare ora, presidiare un cumulo di macerie ricettacolo di topi?
L’unica cosa che responsabilmente possiamo augurarci è che la vicenda giudiziaria si chiuda al più presto, e che si pervenga in qualche modo alla definitiva sistemazione urbanistica dell’area di sedime di quel fabbricato, magari con la realizzazione di un fabbricato nuovo ma rispettoso dei caratteri del luogo e, soprattutto, di carico abitativo non superiore a quello del palazzo storico originario.
Quanto a tutte le altre problematiche riguardanti l’ambito urbano gravitante su quel tratto di via Avezzana, su via Mazzocchi, su via Napoli e su via Saraceni, questa, al punto in cui siamo, è una ben più complessa questione, molto più difficile da affrontare e risolvere, finanche in un nuovo Piano Regolatore.
Rinascita Cittadina

venerdì 2 ottobre 2009

L’INAUGURAZIONE DELL’ANNO ACCADEMICO DELLE FACOLTA’ DI GIURISPRUDENZA E DI LETTERE A S. MARIA C.V.: LA LETTURA MAGISTRALE DI PAOLO GROSSI





Stamane a S.Maria C.V., presso la Facoltà di Giurisprudenza e di Lettere, c’è stata una vera iniezione di cultura giuridica e umanistica.
E’ stato inaugurato l’anno accademico delle due Facoltà, Lettere e Giurisprudenza, in presenza del Rettore della II Università, prof. Rossi, nonché dei rispettivi Presidi prof.ssa Cioffi e prof. Chieffi, e di una grandissima folla di studenti che hanno letteralmente commosso le autorità presenti.
Ma la vera novità di quest’anno è stata la presenza dell’insigne giurista e storico italiano, Professore Emerito dell’Università di Firenze, nonché Giudice della Corte Costituzionale, nominato il Febbraio scorso dal Capo dello Stato Giorgio Napolitano, prof. Paolo Grossi.
Questi ha tenuto una lezione magistrale sull’origine della legalità costituzionale, ponendo l’accento, come sosteneva nel XIII secolo Tommaso d’Aquino, sul concetto che la Legge è “un ordinamento della ragione rivolto al bene comune dei cittadini”. Da tale assunto nasce il costituzionalismo giuridico contro l’autoritarismo politico. Il Giudice Costituzionale ha compiuto un ampia escursione storica sull’origine della nostra Carta Costituzionale, redatta dai nostri Padri Costituenti, che pur essendo uomini di parte o di partito, come ad esempio il comunista Togliatti e il sacerdote Sturzo, hanno saputo vedere molto lontano per costruire il futuro della Repubblica Italiana. La nostra, infatti, non è una Costituzione idealistica, ma concreta, che entra nella carne e nella nervatura del Popolo Italiano; è una Costituzione, come diceva il Maestro padre Costituente Piero Calamandrei, “presbite”, cioè in grado di superare la stretta attualità politica e guardare lontano, molto lontano. Magari le autorità politiche di S.Maria, il Sindaco e qualche assessore, presenti all’inaugurazione, potessero anche minimamente accogliere e vivere, anche minimamente, gli insegnamenti dei nostri Padri Costituenti…
Ma la vera festa c’è sta alla fine dell’applauditissimo discorso, con stanting ovation, del Giudice Grossi: la premiazione degli studenti più meritevoli, con la corresponsione da parte della Facoltà di mille euro di premio cadauno a circa 50 ex studenti, laureati negli ultimi due anni accademici presso le due Facoltà con il massimo dei voti... Ad maiora!


Le Foto, dall'alto in basso:
1. Un Momento della Premiazione (Dr. Merola Benito);
2. L'Aula della facoltà;
3. Il Giudice Cistituzionale Paolo Grossi e un ex allievo premiato, dr. Merola Benito;
4. Da sx: il preside di Giurispudenza prof. Chieffi; il Giudice Costituzionale Paolo Grossi, il Rettore della II Università prof. Rossi, il Preside della facoltà di Lettere prof.ssa Cioffi.