mercoledì 30 dicembre 2009

Campania, due anni fa l'emergenza rifiuti: Video-Viaggio nella Campania della «munnezza»: raccolta e stoccaggio dell'immondizia restano nodi spinosi



Due anni fa l'emergenza rifiuti in Campania, più precisamente a Napoli e Caserta, con le rispettive Province. Sul sito del Corriere della Sera di oggi, http://video.corriere.it/?vxSiteId=404a0ad6-6216-4e10-abfe-f4f6959487fd&vxChannel=Dall%20Italia&vxClipId=2524_74752e62-f488-11de-a1b2-00144f02aabe&vxBitrate=300, la video-documentazione del disastro ancora in corso, con l’intervista al prof. Marfella, ospite nel nostro Rione il 18 Gennaio ultimo scorso presso la Chiesa di Sant’Andrea Apostolo, con l’indimenticabile Conferenza di Bioetica e la partecipazione del nostro Arcivescovo mons. Schettino (cfr. questo blog: http://rionesantandrea.blogspot.com/2009/01/prima-conferenza-di-bioetica-presso-la.html).
Nella foto: il prof. Marfella durante il Convegno nella Chiesa di Sant’Andrea e in compagnia di Antonio Merola

venerdì 20 novembre 2009

"NU BARONE SOLACHIANIELLO" ovvero "lu curaggio de nu pompiere napulitano"


I giovani attori della Compagnia teatrale “Giovani alla Ribalta” di Sant’Andrea, guidati dalla maestria e dalla passione di Suor Ubaldina di Monaco, presentano Sabato 28 Novembre prossimo venturo, alle ore 18,30, presso la Sala Teatro “Don Donato Giannotti” dell’Istituto “Coniugi Di Monaco” di Sant’Andrea, la Commedia in due atti “Nu barone Solachianiello", ovvero “Lu curaggio de nu pompiere napulitano”.
Trattasi di una commedia scritta e rappresentata per la prima volta da Eduardo Scarpetta nel 1877. L'opera è stata successivamente ampiamente riadattata da Eduardo De Filippo. Questi, nel testo intitolato “Eduardo De Filippo presenta Quattro commedie di Eduardo e Vincenzo Scarpetta” (1974), di cui curò la redazione, scrisse di voler presentare la carriera di drammaturgo di Eduardo Scarpetta attraverso le sue commedie più significative delle quali “Lu curaggio de nu pompiere napulitano” rappresentò il momento dell'esordio, “Li nepute de lu sinneco” il periodo più maturo artisticamente, che raggiungerà la punta più alta con “Na santarella”. Dopo il ritiro dalle scene di Eduardo Scarpetta, la sua opera fu ben proseguita dal figlio Vincenzo Scarpetta che con la quarta commedia “ 'O tuono 'e marzo” ben s'inserisce nell'eredità scarpettiana.
Nella Commedia “Lu curaggio de nu pompiere napulitano” , il personaggio di Pulcinella, attore principale in molte farse, qui diventa secondario nel ruolo di servitore, mentre compare un nuovo protagonista, generato dalla fertile vena comica di Scarpetta: Felice Sciosciammocca, povero giovane angariato dai suoi padroni.
Trama
Il barone Andrea quand'era un povero guardaporte (portiere), tirava a campare esercitando anche il mestiere di solachianiello (ciabattino). Ebbe la ventura di salvare coraggiosamente, dai ladri entrati in casa, un milord inglese che per riconoscenza lo aveva portato con lui in Inghilterra e lo aveva lasciato erede universale dopo la sua morte. Con il denaro ereditato Andrea comprò un titolo di barone ed ora vive, dandosi arie di nobiltà, in un lussuoso palazzo napoletano. Nonostante egli cerchi di parlare un colto italiano, inframmezzato da parole inglesi, è rimasto quello che era, ma vuole apparire quello che non è circondandosi di nobili e tenendo lontani dalla sua casa i parenti plebei della moglie Ceccia, una ex lavannara (lavandaia). Il barone può permettersi anche di avere dei servi al suo servizio tra cui il pestifero Pulcinella che una ne fa e cento ne pensa: la commedia è infatti punteggiata da forti rumori, fuori scena di bicchieri, tazze e altri oggetti che si rompono… Felice Sciosciammoca, povero maestro di calligrafia innamorato e ricambiato a sua volta dalla figliastra della baronessa Virginia, entra in scena, all'inizio del secondo atto, abbigliato e truccato secondo la sua maschera, divenendo subito oggetto della derisione di Pulcinella. Il barone vuole imparentarsi con nobili di alto lignaggio e quindi ha deciso di fare sposare Virginia al marchesino Alberto figlio della marchesa Zeppola. Felice viene a sapere da Pulcinella del matrimonio tra i due ragazzi,quindi decide di affrontare Virginia e gli ospiti, e lo fa con giri di parole allusive ed enigmatiche. Nel frattempo la marchesa, invaghitasi di Felice, convince il barone ad ospitarlo a palazzo. Dopo alcune “chiacchere” tra le due famiglie la situazione si complica quando scoppia un incendio, causato dal solito Pulcinella che fa di tutto per rovinare il suo padrone. L'incendio viene domato da Michele, coraggioso pompiere, in visita alla sorella Ceccia, moglie di Andrea. Successivamente il barone Andrea casualmente scoprirà che Felice è il figlio della sua prima moglie che morì lasciandolo con un figlio di due anni, Peppeniello (Felice) e che i nobili della famiglia Zeppola in realtà sono dei poveri saltimbanchi. Felice ora potrà sposare Virginia e il barone organizzerà per l'occasione grandi festeggiamenti che si concluderanno «con una grande lotteria a premio sicuro per tutti i solachianelli di Napoli!».





lunedì 26 ottobre 2009

Una speranza per la Regione Campania: Vincenzo De Luca, Sindaco di Salerno


Dopo aver letto, il 16 Ottobre ultimo scorso, sulla stampa nazionale la notizia che la città di Salerno, con il suo 72%, è il primo capoluogo d’Italia per la raccolta differenziata; ritornando con la mente all’immane tragedia dei rifiuti in Campania, tragedia che ha colpito solo Napoli, Caserta e rispettive province, e che a tuttora persiste in moltissime periferie (come la nostra a S.Andrea, cfr. http://rionesantandrea.blogspot.com/2009/06/rifiuti-diversamente-da-come-riportato.html o come le terre della provincia napoletana e casertana descritte nel sito: http://www.laterradeifuochi.it); considerando che la causa principale di tale scandalo sia nella classe dirigente della Regione (leggi: Bassolino),
ho scritto una lettera al Sindaco di Salerno:


-----Messaggio originale-----
Da: Antonio Merola [mailto:merolamonaco@tin.it]
Inviato: domenica 18 ottobre 2009 12.50
A: Sindaco di Salerno
Oggetto: Arce; elezioni regionali.


Egregio Sig. Sindaco,
sono un medico (46 anni) di base di Santa Maria Capua Vetere.
Recentemente ho costituito, insieme ad altri 6 medici di famiglia, un'associazione in rete geografica denominata "Arce", Associazione Medici in Rete di Caserta, ma anche in onore, forse con un pizzico di immodestia, dell'Acquedotto dell'Arce in Salerno, dove nell'XI secolo la leggenda narra dell'incontro, sotto gli archi dell'antico acquedotto, tra alcuni medici, tra cui il latino Salernus, che diedero vita alla SCUOLA MEDICA SALERNITANA ( http://associazionearce.blogspot.com/), forse a buon diritto considerata la prima Università medica d'Europa!!
Inoltre, per alcuni anni ho lavorato, come medico di guardia medica, in un bellissimo paese nel Vallo di Diano, Rofrano. Insomma, credo di poter affermare, senza dubbio, di amare Salerno e la sua Provincia, allo stesso modo della mia (martoriata) terra. Ora vengo alla ragione per cui Le scrivo.
Avevo intenzione di non andare a votare alle prossime elezioni regionali in Campania. Ma alcuni mesi orsono l’ho ascoltata in un incontro alla festa dell’Unità di Macerata Campania (non so se si ricorda del Sindaco, mio amico, Luigi Munno): mi sembrò di essere ritornato ai tempi gloriosi del PCI…
Ecco, questo volevo significarLe: se Lei verrà candidato alla Regione Campania, certamente cambierò opinione circa la possibilità di andare a votare.
Ma un dubbio mi assale: anche Bassolino, prima di divenire Presidente della Campania, è stato un ottimo Sindaco di Napoli…
La saluto cordialmente, e auguro a Lei e a Noi tanta fortuna.
Antonio Merola


----- Original Message -----
From: Fiore Anna
To: merolamonaco@tin.it
Cc: Sindaco di Salerno
Sent: Monday, October 26, 2009 6:08 PM
Subject: R: Arce; elezioni regionali.


Gentile Antonio,
grazie, grazie di cuore per i complimenti e per il sostegno.
Anche a noi è molto cara l’immagine dell’Acquedotto medievale: è il simbolo riportato sul logo della lista civica “Progressisti per Salerno”, con la quale Vincenzo De Luca è stato eletto per la prima volta Sindaco nel 1993.
I risultati raggiunti a Salerno sono davvero straordinari. Rappresentano la testimonianza reale e concreta che, anche nel Sud, anche in Campania, si possono ottenere risultati eccellenti con un lavoro tenace e costante.
Ancora non sappiamo come evolverà la questione relativa alle candidature per le Regionali 2010. Sappia tuttavia che se il Sindaco Vincenzo De Luca deciderà di scendere in campo per la presidenza della Regione Campania, chiederemo il sostegno di tutte le forze sane della nostra amata terra.
La nostra unica forza è il lavoro quotidiano e l’incoraggiamento della gente, a prescindere dalle appartenenze politiche.
Siamo convinti che una speranza ancora c’è, anche per la Regione Campania.

Grazie ancora
Cordialmente


dr Anna Fiore
Staff Sindaco/Area Comunicazione
Comune di Salerno
Tel 089662724 - Fax 089662354
email: comunicazione@comune.salerno.it
URL www.comune.salerno.it

martedì 20 ottobre 2009

"Il Bene ieri ha perso di brutto : I MISERABILI" di Massimo Gramellini (nella foto)


Leggo su “La Stampa” di oggi una bella riflessione di Massimo Gramellini:

"A Napoli un bambino è morto a sei anni di povertà. Veniva dall’isola di Capo Verde, ma sapeva già leggere e scrivere in italiano. Era educato, ordinato, molto pignolo, dicono le maestre. Amava il disegno e sognava di fare l’ingegnere. Si chiamava Elvis, come l’eroe del rock. Lo hanno trovato per terra, in una stamberga di venti metri quadri, i polmoni intasati dalle esalazioni di un piccolo braciere. Da quando l’Enel aveva staccato la corrente che alimentava la stufetta elettrica, quel fuoco improvvisato e velenoso era diventato l’unica fonte di riscaldamento di tutta la famiglia. Non c’era altro calore, non c’era più cibo. Ed Elvis se n’è andato così, addosso alla madre agonizzante, la testa appoggiata al ventre da cui era uscito sei anni prima per la sua breve e infelice partecipazione alle vicende del pianeta Terra.
Mi sento totalmente inutile, come giornalista e come essere umano, perché mi tocca ancora raccontare storie del genere, nel mio evoluto Paese. Ci riempiamo la bocca, io per primo, di parole superflue. Ci appassioniamo ai problemi di minoranze potenti e arroganti. E accanto a noi, in un silenzio distratto, si consumano le disfatte degli umili e dei mansueti. Persone come la mamma di Elvis, che fino all’ultimo ha provato a raggranellare onestamente qualche soldo per la stufetta, andando in giro a fare le pulizie. Il Bene ieri ha perso di brutto. L’importante è rendersene conto, non distrarsi, non rassegnarsi, organizzare la riscossa. Anche per Elvis, che tornerà a trovarci ogni giorno, sulla faccia di tanti bambini uguali a lui".

http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplRubriche/editoriali/hrubrica.asp?ID_blog=41

lunedì 19 ottobre 2009

PALAZZO MARIOTTI: QUANT’ALTRO DURERA’ LA TELENOVELA?


La notizia del “sequestro preventivo” di Palazzo Mariotti da parte di un GIP del Tribunale di S. Maria C. V. sembra una battuta umoristica.
Ciò che è stato sequestrato infatti non è il palazzo, bensì un cumulo di macerie: di fatto si è trattato di un “sequestro postumo”.
Oltre alla tempestività del provvedimento, c’è da apprezzarne la motivazione: il proprietario dell’immobile si è reso colpevole di averlo demolito “oltre quanto consentito dalla Concessione Edilizia”. Chissà quanto era consentito demolire di un palazzo che la Soprintendenza aveva vincolato come fabbricato di interesse storico – ambientale…
La vicenda sarebbe tutta da ridere, se non fosse tragica e paradigmatica di una condizione “sammaritana” (ma che tutto sommato possiamo anche definire “italiana”), e se non fosse avvolta dai soliti misteri che rendono l’urbanistica un terreno minato.
Vero è che il Piano Regolatore Comunale dell’83 non include Palazzo Mariotti nel Centro Storico, benché già a prima vista ed anche ad un incompetente esso appariva come un dignitoso fabbricato dell’800 meritevole di essere tutelato.
Per la Soprintendenza ai Beni Architettonici-Ambientali-Storici i fabbricati risalenti ad epoca antecedente la seconda guerra mondiale hanno tutti potenzialmente un valore storico-ambientale più o meno rilevante. Va detto però che i rispettivi proprietari sono assoggettati al vincolo di cui alla L 1089/39 solo se il “rilevante interesse storico-ambientale” è stato loro ufficialmente notificato.
Intanto la “Ricognizione della città di S. Maria C. V.” propedeutica alla formazione del nuovo PRG, (consegnata ufficialmente all’A. C. già a Novembre del 2001) segnalava Palazzo Mariotti tra i centottanta fabbricati significativi della storia e dell’identità urbanistica della città: quegli elaborati non sono mai stati portati alla conoscenza dei cittadini, e meno che mai l’Ufficio Tecnico Comunale ne ha tenuto conto.
E così solo qualche anno dopo, chi è venuto a S. Maria C. V. a comprarsi quel palazzo aveva già pronto il progetto della sua sostituzione.
Allora, prima domanda: quel palazzo gli era stato venduto già gravato dal vincolo notificato della Soprintendenza?
Seconda domanda: all’Ufficio Tecnico di S. Maria C. V. gli hanno rappresentato la rilevanza storico-ambientale dell’immobile?
Sembra che, viceversa, a fronte della richiesta, in un primo momento e nell’assoluto disinteresse degli amministratori di S. Maria C. V., sia stato rilasciato dall’UTC il Permesso di Costruire per la sostituzione edilizia senza alcuna prescrizione di tutela storico-ambientale.
E però quando allora l’Associazione “Rinascita Cittadina” intraprese la sua campagna mediatica a difesa di Palazzo Mariotti, si trovò improvvisamente e inaspettatamente scavalcata da un turbine di iniziative: denunce, sigilli al fabbricato da parte dei Carabinieri, intervento della Soprintendenza, retro-march dell’Ufficio Tecnico Comunale. Sembravano essersi risvegliati dal torpore finanche personaggi della politica e dell’amministrazione che negli anni precedenti, se avessero veramente voluto, avrebbero ben potuto (e dovuto) promuovere l’approvazione di provvedimenti di regolamentazione urbanistica volti ad evitare che Palazzo Mariotti (e prima ancora il Palazzo del Vescovo di via Melorio, il palazzo di via Torre ex Ufficio del Lavoro, il giardino del palazzo del Duca di Presenzano a via Roberto D’Angiò, etc…) fossero aggrediti dalla speculazione.
Alla fin dei conti per un imprenditore che viene da fuori un “palazzo vecchio” di S. Maria C. V. è solo l’occasione per una “operazione immobiliare”: per i cittadini di S. Maria e per i suoi amministratori dovrebbe essere qualcosa di ben più importante.
Comunque sembra che, dopo la revoca della Concessione, al proprietario di Palazzo Mariotti sia stato proposto un compromesso: lasciare in piedi le facciate e svuotare l’interno per ricavarci comunque un bel po’ di appartamenti e di posti auto. Ipocrisia di una ormai diffusa forma di “conservazione” del patrimonio storico-architettonico che di fatto danneggia l’urbanistica senza accontentare del tutto la speculazione.
Ma il proprietario ad un certo punto sembra non aver più tanta fretta: chiede e gli viene accordato il permesso per un “intervento di messa in sicurezza”. (l’immobile peraltro, oggettivamente, con il tetto ormai sfondato e senza infissi esterni, si stava infradiciando e si avviava ad andare rapidamente in malora).
Nel metterlo in sicurezza però… Palazzo Mariotti gli è andato giù!
Nuove denunce e nuovo sequestro.
E così permane ancora dopo due anni (e rischia di restarci per chissà quant’altro tempo) quella recinzione esterna ai fronti dell’immobile che strozza il traffico al già problematico incrocio di via Mazzocchi con via Avezzana: quest’ultima ormai vera e propria tangenziale di scorrimento del traffico proveniente da S. Tammaro e Capua e diretto ad Aversa e Caserta, appesantita proprio nel tratto successivo da un irragionevole carico di scuole, condomini allucinanti (ai quali stava per aggiungersi la “sostituzione” di Palazzo Mariotti), passaggi a livello e sottopasso alle FS, nonché attività commerciali che si “dilatano” sulla pubblica via in maniera selvaggia; tutto debitamente autorizzato!
Ma sono ancor più anni che quell’angolo di isolato urbano del Centro Storico era stato lasciato deperire dalla precedente proprietà, riducendolo alla condizione di una indecorosa fatiscenza.
Cosa vogliamo fare ora, presidiare un cumulo di macerie ricettacolo di topi?
L’unica cosa che responsabilmente possiamo augurarci è che la vicenda giudiziaria si chiuda al più presto, e che si pervenga in qualche modo alla definitiva sistemazione urbanistica dell’area di sedime di quel fabbricato, magari con la realizzazione di un fabbricato nuovo ma rispettoso dei caratteri del luogo e, soprattutto, di carico abitativo non superiore a quello del palazzo storico originario.
Quanto a tutte le altre problematiche riguardanti l’ambito urbano gravitante su quel tratto di via Avezzana, su via Mazzocchi, su via Napoli e su via Saraceni, questa, al punto in cui siamo, è una ben più complessa questione, molto più difficile da affrontare e risolvere, finanche in un nuovo Piano Regolatore.
Rinascita Cittadina

venerdì 2 ottobre 2009

L’INAUGURAZIONE DELL’ANNO ACCADEMICO DELLE FACOLTA’ DI GIURISPRUDENZA E DI LETTERE A S. MARIA C.V.: LA LETTURA MAGISTRALE DI PAOLO GROSSI





Stamane a S.Maria C.V., presso la Facoltà di Giurisprudenza e di Lettere, c’è stata una vera iniezione di cultura giuridica e umanistica.
E’ stato inaugurato l’anno accademico delle due Facoltà, Lettere e Giurisprudenza, in presenza del Rettore della II Università, prof. Rossi, nonché dei rispettivi Presidi prof.ssa Cioffi e prof. Chieffi, e di una grandissima folla di studenti che hanno letteralmente commosso le autorità presenti.
Ma la vera novità di quest’anno è stata la presenza dell’insigne giurista e storico italiano, Professore Emerito dell’Università di Firenze, nonché Giudice della Corte Costituzionale, nominato il Febbraio scorso dal Capo dello Stato Giorgio Napolitano, prof. Paolo Grossi.
Questi ha tenuto una lezione magistrale sull’origine della legalità costituzionale, ponendo l’accento, come sosteneva nel XIII secolo Tommaso d’Aquino, sul concetto che la Legge è “un ordinamento della ragione rivolto al bene comune dei cittadini”. Da tale assunto nasce il costituzionalismo giuridico contro l’autoritarismo politico. Il Giudice Costituzionale ha compiuto un ampia escursione storica sull’origine della nostra Carta Costituzionale, redatta dai nostri Padri Costituenti, che pur essendo uomini di parte o di partito, come ad esempio il comunista Togliatti e il sacerdote Sturzo, hanno saputo vedere molto lontano per costruire il futuro della Repubblica Italiana. La nostra, infatti, non è una Costituzione idealistica, ma concreta, che entra nella carne e nella nervatura del Popolo Italiano; è una Costituzione, come diceva il Maestro padre Costituente Piero Calamandrei, “presbite”, cioè in grado di superare la stretta attualità politica e guardare lontano, molto lontano. Magari le autorità politiche di S.Maria, il Sindaco e qualche assessore, presenti all’inaugurazione, potessero anche minimamente accogliere e vivere, anche minimamente, gli insegnamenti dei nostri Padri Costituenti…
Ma la vera festa c’è sta alla fine dell’applauditissimo discorso, con stanting ovation, del Giudice Grossi: la premiazione degli studenti più meritevoli, con la corresponsione da parte della Facoltà di mille euro di premio cadauno a circa 50 ex studenti, laureati negli ultimi due anni accademici presso le due Facoltà con il massimo dei voti... Ad maiora!


Le Foto, dall'alto in basso:
1. Un Momento della Premiazione (Dr. Merola Benito);
2. L'Aula della facoltà;
3. Il Giudice Cistituzionale Paolo Grossi e un ex allievo premiato, dr. Merola Benito;
4. Da sx: il preside di Giurispudenza prof. Chieffi; il Giudice Costituzionale Paolo Grossi, il Rettore della II Università prof. Rossi, il Preside della facoltà di Lettere prof.ssa Cioffi.

giovedì 10 settembre 2009

Il mio botta e risposta con il prof. Luigi Frati, Preside della I Facoltà di Medicina e Chirurgia e Prorettore vicario de “La Sapienza” di Roma


Pubblico una mia corrispondenza con il prof. Luigi Frati, su cui potete avere maggiori notizie sui seguenti links:
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/08/27/sara-una-generazione-di-camici-bianchi-col.html
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/il-barone-frati/1477028/8/0
http://it.wikipedia.org/wiki/Luigi_Frati_(medico)


Il giorno 09/set/09, alle ore 23:40, Antonio Merola ha scritto:
Gentile prof. Frati,
nell'intervista di cui in oggetto (intervista al prof. Frati,"la Repubblica", 27/8/2009 pag. 23) ho notato alcune inesattezze, a dire il vero anche un pò grossolane. Lei dice testualmente: «…Su ottomila immatricolati arrivano alla laurea tre studenti su quattro. È un dato omogeneo a livello internazionale che mi ha confermato, nel corso di un recente incontro, il preside della facoltà di Medicina di Harvard. Quindi su 8 mila raggiungono in media il traguardo circa 6 mila studenti. Oggi le borse di studio per la specializzazione sono 5 mila. I mille che restano fuori faranno il medico di famiglia, oppure entreranno nelle industrie farmaceutiche, altri sceglieranno altri percorsi professionali…».
Dalle sue parole si evince facilmente quanto segue: i più bravi conseguono la specializzazione, i più scarsi diventano medici di famiglia o poco altro…
Dalla sua postazione, PRESIDE DI FACOLTA’, forse le sfugge un dato elementare: per diventare medico di famiglia, già dal lontano 1988, quando fu istituito, prima in forma sperimentale, poi via via in forma di “specializzazione” in medicina generale, il corso di “formazione in medicina generale”, tutti gli iscritti a Medicina dal 1995 inpoi per accedere alle varie graduatorie regionali, e quindi per diventare medici di famiglia e/o medici di guardia medica, dovevano possedere per forza tale “titolo”, pena l’impossibilità a diventare medico di famiglia.
In pratica, pensi un po’, dopo la laurea in medicina e chirurgia si potrebbe anche optare prioritariamente di scegliere la carriera, a dire il vero anche molto esaltante, di MEDICO DI ASSISTENZA PRIMARIA (questa è la vera dicitura…) o medico di famiglia, come piace a lei, scegliendo di concorrere per il corso di formazione in medicina generale.
Il compianto prof. Gaetano Salvatore fu uno strenuo sostenitore di tale dinamica: 2/3 di laureati verso le varie specializzazioni, 1/3 di laureati versa la costituenda (siamo verso la fine degli anni 80) specializzazione in medicina generale. Evidentemente fu molto preveggente, vista la situazione inglese, in cui un errore di programmazione ha costretto ad importare medici di famiglia dagli altri paesi europei (non “medici” tout court come citato nell’articolo di che trattasi, ma medici di famiglia!!).
Non voglio annoiarla ulteriormente rappresentandole l’importanza che riveste il medico di assistenza primaria e di continuità assistenziale (medico di famiglia e guardia medica) nell’ambito del Sistema Sanitario Nazionale, ma una cosa le voglio dire in tutta confidenza: sono un Medico di Medicina Generale e ne sono fiero, non invidio né lei né i suoi colleghi o parenti che lavorano nella “sua” gloriosa Università.
In attesa di un cortese cenno di riscontro,
le invio distinti saluti, Antonio Merola

P.S. : le invio il link dell’articolo di cui in oggetto: http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/08/27/sara-una-generazione-di-camici-bianchi-col.html
----- Original Message -----

From: Luigi Frati
To: Antonio Merola
Sent: Thursday, September 10, 2009 1:59 PM
Subject: Re: intervista al prof. Frati - la Repubblica, 27/8/2009 pag. 23


Gentile Dottore, la Sua lettera è del tutto errata, non fosse altro per il fatto che tra gli "altri percorso professionali" vi è quella di docente universitario: posso considerarlo residuale o che sia riservato ai più scarsi? Forse Lei non sa che la riforma del Corso di Laurea in Medicina (G.U. 10 aprile 1986) è stata voluta da me come componente del Consiglio Universitario Nazionale e che fu previsto allora il coinvolgimento dei medici di famiglia nella didattica integrativa (possibilità di tirocinio di almeno 100 nel primo triennio; convenzione nazionale da me firmata da me come CUN con la Società Italiana di Medicina Generale, allora Presidente Aldo Pagni). Non penso nemmeno che si possa però sprezzantemente trattare l'Università, dove vi sono persone che meritano e persone che meritano meno: ma per sapere se uno merita sotto il profilo scientifico basta andare su Google, digitare PubMed, digitare poi il cognome e verificare quante pubblicazione sono censite ed il loro "peso" (impact factor). Forse questo può portare a rivedere qualche affretttao giudizio. Cordiali saluti Luigi Frati


----- Original Message -----
From: Antonio Merola
To: Luigi Frati
Cc: larepubblica@repubblica.it ; rubrica.lettere@repubblica.it
Sent: Thursday, September 10, 2009 5:43 PM
Subject: Re: intervista al prof. Frati - la Repubblica, 27/8/2009 pag. 23


Gentile Professor Frati,
La ringrazio sinceramente per avermi risposto, come si diceva un tempo, a stretto “giro di posta”. Non Le nascondo anche una certa forma di orgoglio che ho ad interloquire con Lei: durante il mio corso di studi universitari è stato per me essenziale lo studio di Patologia Generale, in particolare l’attenta lettura dell’indispensabile libro “Covelli-Frati” (in ordine alfabetico).
Non so bene da quale frase del mio scritto Lei abbia evinto che io abbia trattato “sprezzantemente l’Università”. Prova ne sia l’affetto con cui ho citato il compianto, e Suo Collega Preside e Patologo Generale, professor Gaetano Salvatore.
Una piccola epitome:
Lei afferma: alla Laurea arrivano seimila studenti, cinquemila entrano nelle Scuole di Specializzazione, i mille che restano fuori faranno i medici di famiglia o poco altro…(ammetta una cosa: sono pochi, veramente pochi i posti di Docente Universitario, quindi non è un percorso che rientra nel nostro ragionamento circa il corso post-laurea…).
Io ho solo cercato di evidenziare, forse non in modo sufficientemente chiaro (e me ne scuso), che l’attività di medico di famiglia potrebbe essere un’opzione “prioritaria” nell’attività lavorativa post-laurea, allo stato attuale della normativa vigente, rispetto alle Scuole di Specializzazione, non certamente un "ripiego" per coloro i quali non sono entrati nella Specialità Universitaria. E' di questi giorni la proposta di un importante Sindacato Medico (lo SNAMI) di istituire tout court una Specializzazione Universitaria in Medicina Generale (epilogo dell’attuale corso triennale post-laurea di formazione specifica in medicina generale), come titolo indispensabile per effettuare l’attività di medico di famiglia (più esattamente, ripeto, Assistenza Primaria).
Infine, a proposito di “impact factor”, mi piacerebbe che di questo affare Lei ne parlasse con i dottori, e coniugi, Antonio Iavarone e Anna Lasorella, i quali "dieci anni fa furono costretti ad emigrare dopo aver denunciato il solito caso di nepotismo baronale che li stava danneggiando". Questi medici-scienziati hanno recentemente affermato: «Il nostro laboratorio era modernissimo, non aveva nulla da invidiare a quelli americani, ma il primario di oncologia pediatrica del policlinico Gemelli di Roma, Renato Mastrangelo, cominciò a renderci la vita impossibile. Ci imponeva di inserire il nome del figlio nelle nostre pubblicazioni scientifiche. Ci impediva di scegliere i collaboratori. Non lasciava spazio alla nostra autonomia di ricerca. Per alcuni anni abbiamo piegato la testa. Sono circa 25 le pubblicazioni illegittimamente firmate dal figlio del professore. Poi, nel ' 99, abbiamo denunciato tutto (“Cervelli in fuga scoprono il gene anticancro”,
La Repubblica, 18 agosto 2009 pagina 13; link: http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/08/18/cervelli-in-fuga-scoprono-il-gene-anti.html).
Grato per aver dialogato con me, le invio i sensi dei miei più deferenti e cordiali saluti.
Antonio Merola
http://rionesantandrea.blogspot.com/
P.S.: perdoni qualche "refuso"...

giovedì 13 agosto 2009

L'invalidità Civile: trattasi di scandalo o di propaganda della Lega nord? Sul sito di Repubblica.it pubblicato un mio commento.


Sul sito di “la Repubblica.it” http://www.repubblica.it/2009/08/sezioni/economia/invalidi/invalidi/invalidi.html#commentatutti l’articolo sull’invalidità civile e la pubblicazione del mio commento.
“I dati contenuti nella "Relazione generale sulla situazione economica del Paese"
del ministero del Tesoro. Tra le Regioni il record va all'Umbria: 5,48 ogni 100 abitanti. Due milioni le pensioni di invalidità. E a Sud sono molte più che al Nord.
ROMA - Sono oltre due milioni gli italiani che percepiscono una pensione di invalidità e nel Sud il loro numero, in rapporto alla popolazione, è del 50% superiore rispetto al Nord: nel Mezzogiorno e nelle Isole ci sono 4,39 pensioni ogni 100 abitanti, mentre al Nord il rapporto scende a 2,91 e al Centro si attesta sul 3,73.
In assoluto la regione con meno pensioni di invalidità, sempre in rapporto alla popolazione, è la Lombardia (2,79). E quella con il maggior numero, a sorpresa, è l'Umbria, 5,48. Da segnalare anche il caso della Liguria, che col suo 4,10 è ben superiore alla media dell'area settentrionale. Nel Sud, invece, la regione con la media più alta - 5,03 - è la Calabria.
I dati sono contenuti nella "Relazione generale sulla situazione economica del Paese 2008", messa a punto dal ministero dell'Economia. Nel documento si sottolinea la necessità di intervenire, soprattutto sul fronte dei controlli: "Nonostante i numerosi interventi normativi - scrive il Tesoro - la materia necessita ancora di un riordino complessivo, in particolare per quanto riguarda la definizione degli interventi, le modalità di accertamento e verifica".
(13 agosto 2009)”
Mi piacerebbe conoscere con maggiore dettaglio il rapporto stilato dal ministero dell'Economia.Poiché dall'articolo di che trattasi non si specifica se i due milioni,citati nel rapporto, siano gli "invalidi civili" o coloro i quali percepiscono l'assegno ordinario di invalidità.Essere "invalido civile" non significa di per sé stesso percepire una provvisione economica.Tale provvisione viene concessa dalla Stato agli invalidi civili (invalidità superiore al 74%) in assenza di altro reddito.Pertanto, se il Sud è povero, è giocoforza che vi siano più invalidi civili a percepire la provvisione.Ho la sensazione che il ministero dell'Economia con questi dati giochi un po' sporco: rende noto agli italiani un dato, quasi con il commento incorporato: "Sud piagnone ed assistito". Non è così, anche considerando il dato della Regione Umbria.Non c'è assistenza al nord? Quante invalidità INPS (non solo civili) vengono pagate al nord? Si, sono convinto: Tremonti fa da sponda alla Lega Nord!!
Ciclone 63
(Antonio Merola)





domenica 2 agosto 2009

CHE FINE HA FATTO IL NOSTRO CDR? QUALCUNO HA, FORSE, PENSATO DI RICONVERTIRLO IN DEPOSITO DI RIFIUTI INDUSTRIALI?


In questi giorni nella città di S.Maria C.V. sono stati recapitati i bollettini per il pagamento della T.A.R.S.U., tassa di smaltimento dei rifiuti , relativa all’anno 2008 quando l’emergenza rifiuti (con cumuli di spazzatura che arrivavano ai piani alti delle abitazioni lasciati nelle strade per mesi interi) rasentò il disastro ambientale.
Ci viene, quindi, imposta una gabella per un servizio non reso.
Mentre sfogliavo gli avvisi di pagamento,scandalizzandomi per l’importo dovuto(tra i più alti d’Italia), il pensiero è corso immediatamente all’impianto di CDR situato in località Sant’Andrea dei Lagni la cui sopportazione doveva essere ripagata con il versamento di una quota di ristoro. Che fine hanno fatto quei soldi?
GIA’, IL CDR . L’AVEVAMO PROPRIO DIMENTICATO.
Sorto senza consultare la popolazione residente (quando si dice la democrazia!) per convertire circa 400-500 tonnellate di rifiuti al giorno, ne lavorava realmente 1.800-1.900. Più volte chiuso dalla Magistratura a causa della acclarata mancanza dei prescritti requisiti di sicurezza , ma sempre riaperto in conseguenza delle varie emergenze susseguitesi nel tempo. Oggetto di accertamenti giudiziari per il reato di truffa e danno ambientale. Il nostro olfatto è ancora terribilmente offeso dalla puzza che sprigionava per la creazione di “ balle di rifiuto secco tal quale ( c.d. ecoballe), falsamente qualificate come Cdr ”. Declassato , poi, ad impianto di tritovagliatura e trasformato in una vera e propria discarica a cielo aperto senza averne le caratteristiche sanitarie ed ambientali.
Ho appreso nel giugno scorso che i carabinieri del NOE di Caserta, a seguito di un controllo presso l'ex CDR di Santa Maria Capua Vetere, hanno constatato, la presenza di un autotreno, deputato al prelievo ed al trasporto delle balle, carico di numerosi rifiuti speciali costituiti da pneumatici fuori uso.
Siccome sono stato abituato, nel corso del tempo, a riscontrare che, spesso in terra di Gomorra, i movimenti della criminalità organizzata, anticipano di poco quelli delle Istituzioni presenti sul territorio (quasi sempre preoccupate di legalizzare comportamenti ritenuti, fino a poco tempo prima, delittuosi) mi è venuto di pensare che forse il destino del cdr era stato già decretato.
Vuoi vedere, mi sono detto, che lo stabilimento subirà un ulteriore “adattamento” e sarà adibito, in cambio di un altro piatto di lenticchie, a deposito per lo smaltimento di rifiuti industriali ancora più pericolosi di quelli solidi urbani per il danno arrecato alle falde acquifere? La capacità di smaltimento legale dei rifiuti industriali oscilla tra il 30% e il 40% senza voler considerare che, al riguardo, si è sviluppato un fiorentissimo mercato "parallelo" gestito dalle cosiddette "ecomafìe".
Vigiliamo affinchè ciò non avvenga e non nascano altri mostri.
Nel duello sulla spazzatura fra Comune e Governo si è inserita la Corte Europea per i diritti dell´uomo con sede a Strasburgo che ha accolto, con procedura d´urgenza, un ricorso mirante ad ottenere, a favore dei cittadini campani, un rimborso per i danni (economici, biologici ed esistenziali) subìti durante l´emergenza rifiuti.
Organizziamo, a Settembre, dei banchetti allo scopo di informare la cittadinanza offrendo il supporto legale gratuito. «I diritti dei consumatori dovranno essere sempre più intrecciati alla salute pubblica e alla tutela dell'ambiente».

S.Maria C.V.-CE- 29/07/09
Gerardo D’Amore membro dell’Associazione “AbiTanti attivi”.

sabato 25 luglio 2009

Disastro Sanità, Commissariata la Regione Campania. Indovinate un po’ chi ne è il Commissario…


Il Consiglio dei ministri ha deciso il commissariamento del sistema sanitario in Campania ed in Molise, affidandone la gestione ai presidenti delle rispettive regioni. E' quanto conferma la nota diffusa da palazzo Chigi al termine della riunione del Consiglio dei Ministri di ieri. Ora una domanda semplice semplice: chi è alla base di tale disastro sanitario in Campania? Bassolino!! Secondo il governo italiano, chi è stato causa DEL DISASTRO SANITARIO, dovrebbe esserne anche il salvatore. Cioè, Bassolino ha devastato la sanità, e Bassolino deve porvi rimedio… Come quando iniziò l'emergenza rifiuti: si nominò il governatore Commissario per i rifiuti...Come a dire: mettiamo il lupo a guardia delle pecore; mettiamo il topo a guardia del formaggio…Insomma, sarò ingenuo, ma siamo governati da una banda di schizofrenici! Non mi meraviglierei se alle prossime elezioni, Bassolino possa diventare capolista del PDL, caso mai dovesse vincere l' ”insuperabile-papi-utilizzatore finale" Berlusconi!!
P.S.: se qualcuno pensa che l’emergenza rifiuti sia finita, guardi per favore un attimo il mio blog http://rionesantandrea.blogspot.com/2009/06/rifiuti-diversamente-da-come-riportato.html, oppure il sito http://www.laterradeifuochi.it (vedasi a tal proposito anche alcuni servizi, passati alquanto inosservati, di “Striscia la Notizia”, http://rionesantandrea.blogspot.com/2009/06/quello-che-resta-di-una-bella-terra-2.html ).

giovedì 23 luglio 2009

VILE AGGRESSIONE AL CONSIGLIERE COMUNALE GAETANO RAUSO: LE ISTITUZIONI TUTELINO L'INCOLUMITA' DEI SAMMARITANI


Il consigliere comunale Gaetano Rauso ha subito un pestaggio da parte di due sconosciuti davanti alla sua abitazione in pieno giorno.
Questa vile aggressione rappresenta il punto più basso al quale si è giunti nella nostra città.

Non era mai accaduto, infatti, che un nostro concittadino impegnato da tempo nel denunciare le poco chiare vicende che riguardano l'urbanistica e i lavori pubblici, dovesse aver paura per la propria incolumità fisica e per la propria vita.

E' compito urgente delle forze dell'ordine e della magistratura l'individuazione degli esecutori e dei mandanti nel contesto in cui avvengono episodi del genere, al fine di interrompere il deterioramento civile e sociale della nostra città; ma il movente è già chiaro a tutti e attiene alle contorte vicende urbanistiche che hanno interessato e interessano la comunità di Santa Maria Capua Vetere.

Così come è chiaro il messaggio intimidatorio diretto a tutti coloro (cittadini, associazioni, giornalisti) che sono impegnati, da tempo, a richiedere maggiore trasparenza e pieno rispetto della legalità su questi temi.

E' gravissimo, inoltre, che nella seduta consiliare dell'Unione dei Comuni tenutasi presso la Casa comunale di Santa Maria Capua vetere, nell'immediatezza dell'accaduto, il Sindaco Giudicianni non abbia aperto una opportuna discussione sul grave episodio, nè tantomeno sia stata espressa alcuna solidarietà al consigliere Rauso. Questa condotta a dimostrazione dell'atteggiamento intimidito ed omissivo del Sindaco e dei consiglieri comunali presenti.

Esprimiamo la nostra solidarietà e vicinanza al consigliere Gaetano Rauso, ed invitiamo i rappresentanti di tutte le istituzioni ad una massima attenzione sull'accaduto ed a farsi carico della insostenibile situazione creatasi in città.

Le associazioni
Campania Felix
I Gladiatori
Il Girasole
Rinascita Cittadina
Risveglio Sammaritano

LETTERA APERTA AL PREFETTO DI CASERTA, E AL SINDACO, AL CONSIGLIO COMUNALE, AL CONSIGLIERE REGIONALE E PARTITI POLITICI
DI S. MARIA C. V. -CE-


Esprimiamo la nostra solidarietà al consigliere comunale Gaetano Rauso per il pestaggio, dal chiaro significato intimidatorio, subìto in pieno giorno davanti alla sua abitazione, da parte di due sconosciuti. “La devi finire di scrivere sui giornali" – questo il messaggio lasciato dai malviventi nel corso della vicenda criminale da mettere, quindi, in relazione alle continue denunce della vittima circa la vicenda urbanistica della nostra città e gli appetiti che essa suscita.
Al riguardo vorremmo avvertire quella parte delle nostre Istituzioni e partiti locali, che sulla vicenda non ha ancora sentito l’obbligo di esprimersi con chiarezza ( forse perché la vittima è un nemico politico), che è ancora in tempo per rifiutare la tentazione dell’omertà, del silenzio complice e impaurito.
Sarebbe un grave errore relegare la vile aggressione nello spazio circoscritto della microcriminalità senza sentire il bisogno di focalizzare la nostra attenzione su un particolare tipo di imprenditoria che ha messo gli occhi sulla nostra città . Ci riferiamo a quella imprenditoria con il mitra capace di concepire e generare quel circolo vizioso/virtuoso che permette di riversare ingenti (enormi, illimitate) quantità di denaro di dubbia provenienza nell’economia legale, riconvertendolo in edilizia e commercio.
Di fronte a questo cambiamento epocale (non più criminalità organizzata ma sistema economico che cerca e trova il suo guadagno nel segmento criminale), le Istituzioni, spesso, non sono apparse all’altezza per contrastarlo limitandosi alla solita liturgia del richiamo alla legalità.
Non ci troviamo più al cospetto di gangsters , ma di costruttori, manager, burocrazia tecnica laureata, amministratori che sanno sfruttare appieno le tecniche della società dello spettacolo, imponendo la loro immagine terribile e vincente e, all’occorrenza, sono pronti anche a dare “avvertimenti” a chi non vuole piegarsi al loro diktat.
Vorremmo che le nostre Istituzioni locali , i nostri rappresentanti politici, riflettessero insieme alla città tutta (indipendentemente dall’appartenenza politica) su questa realtà relegata in un limbo oscuro e che aspetta di essere illuminata dallo sguardo con operazioni di trasparenza più volte invocate, senza esito, dalla gente comune e da Associazioni di liberi cittadini.
La presenza di due poteri -lo Stato da una parte e la grande criminalità dall’altra- che dovrebbero essere radicalmente alternativi e non lo sono, che dovrebbero combattersi a morte e non lo fanno, che talvolta si scontrano, talvolta si ignorano, talvolta si alleano, produce un danno incalcolabile dal punto di vista delle libertà fondamentali dei cittadini.

L’Associazione “AbiTanti attivi” e in particolar modo:
Dario Vitale
Gerardo D’Amore
Lucio Girardi
Liana Romeres
Maria Novella Vitale
Manolo Di Domenico
Mena Buonpane
Patrizia Munno

mercoledì 22 luglio 2009

Alcuni interrogativi sul diniego del Sindaco a concedere il Salone degli Specchi del Teatro Garibaldi al giornalista Mario Tudisco


Solo una domanda: anche nell'articolo di Alfredo di Patria si citano gli ospiti del dibattito, sulla presentazione del libro "i ragazzi della terra di nessuno", che si doveva tenere presso il "denegato" Salone degli Specchi; tra tali ospiti, oltre al moderatore Mario Tudisco, ci doveva essere (cito testualmente) anche "… l'avvocato Anna Maria Ferriero, in rappresentanza della Camera Penale di S. Maria C. V. … ".
Non so se vi è noto, ma l'avvocato citato è la moglie dell’attuale Assessore con delega in materia di Bilancio, Programmazione, Finanze e Attività produttive, nonché già vicesindaco-amico-del-sindaco, nonché mentore, braccio destro, uomo di fiducia di Giudicianni, insomma … Michele Castaldo!
Considerata la risposta veramente cervellotica del sindaco alla puntuale, precisa e saggia osservazione del prof. Di Pascale, nonché le riflessioni dell’arch. Di Patria, vengo all’iniziale punto di domanda: Giudicianni è così obnubilato dall’Associazione “Risveglio sammaritano” e “Rinascita Cittadina” da rifiutare anche la presenza della moglie del suo braccio destro? Si è rotto il sodalizio con Michele Castaldo? Il sindaco si dissocia dal suo assessore-braccio-destro? Forse Giudicianni si sta “dissociando” anche da se stesso? Forse il “nostro” sindaco negherà anche a se stesso l’uso del Salone degli Specchi?
Temo si aggravi giorno per giorno la “separatezza” tra cittadini ed istituzioni. E poi, come osserva il prof. De Pascale: “… è davvero paradossale dover discutere in merito alla mancata concessione di una struttura che si chiama pubblica proprio perché dovrebbe essere utilizzata da chiunque con le giuste finalità culturali e sociali….”.
Ma in che mani siamo caduti?

mercoledì 17 giugno 2009

Rifiuti: diversamente da come riportato oggi dalla stampa locale, persistono le discariche a cielo aperto nel Rione Sant'Andrea







Rifiuti, la traversa di via Merano non è stata affatto ripulita, così come tutta Via Merano, Via Siata, Via S.Domenico , Via Cappabianca e un po’ tutto il Rione Sant’Andrea: ecco a voi le foto!!
Diversamente da come sbandierato oggi 17 Giugno 2009, alla pagina 15 del “Corriere di Caserta” e alla pagina 11 della ”Gazzetta di Caserta”, grazie ad uno strano connubio tra un consigliere d’opposizione e l’assessore all’ambiente dell’attuale Giunta comunale di S.Maria Capua Vetere, la III traversa di via Merano è stata pulita in maniera molto parziale, persistendo la “montagna” di detriti e laterizi gia denunciata il 9 Novembre 2008 (cfr. “Corriere di Caserta” del 9/11/2008 e il blog http://rionesantandrea.blogspot.com/2008/11/una-giornata-particolare.html).
Anzi, come denunciato in un articolo di “interno 18” di ieri (http://interno18.it/cronaca/8752/il-degrado-del-borgo-santandrea), persiste il degrado nel Rione Sant’Andrea e segnatamente permangono le discariche a cielo aperto in via Merano, in via Siata, via S.Domenico e via Cappabianca, oltre naturalmente alla montagna di detriti e rifiuti nella terza traversa di via Merano (cfr. foto e cartina in allegato).
Infatti stamattina, durante una pausa delle mie visite mediche domiciliari, sono rimasto basito dalla lettura delle notizie riguardante il mio Rione Sant’Andrea a proposito della “ripulitura dai rifiuti del comparto Siata ed in particolar modo della traversa Merano del Rione Sant’Andrea…” (Corriere di Caserta, 17/6/09), o “…rimossi i Rifiuti nel rione Sant’Andrea…” (Gazzetta di Caserta, 17/6/09).
A questo punto ho preso la bici, e con la mia macchina fotografica ho fotografato le discariche a cielo aperto di tutto il comparto “Siata”, di via Merano, con la cosiddetta “traversa ripulita”, via Siata, via San Domenico e via Cappabianca: giudicate voi, credo che le foto siano eloquenti!
Io stesso partecipai ad un sopralluogo, il 9/11/2008, su tali siti, in cui erano presenti alcune associazioni di cittadini, il parroco di Sant’Andrea, il presidente del Comitato Festeggiamenti “Sant’Andrea”, due funzionari tecnici dell’Ufficio Ambiente del Comune di S.Maria C.V., tre tecnici dell’ARPAC Multiservizi di Napoli, tre tecnici del Commissariato di Governo per le bonifiche e la tutela delle acque della Regione Campania; a questi si aggiunsero il Sindaco di Macerata Campania e una pattuglia della polizia Municipale della stessa città (cfr. http://rionesantandrea.blogspot.com/2008/11/una-giornata-particolare.html). In quell’occasione furono recensiti anche residui di amianto (canne fumarie), residui combusti, percolato, il tutto frammisto ad una puzza nauseabonda; i tecnici fecero analisi, presero appunti, misurarono le cubature di tutte le discariche del “Comparto Siata”, compresa la montagna di rifiuti e laterizi della traversa di via Merano. Ed oggi, a quasi 8 mesi di distanza, come sta la situazione? Secondo l’assessore all’ambiente l’attuale Amministrazione “…ha posto in essere una serie di azioni volte a tutelare l’ambiente e la salute pubblica…”: cosa in particolare? Le discariche inquinanti stazionavano in quei siti e a tuttora stazionano, la zona non è stata affatto bonificata e ripulita. Perché oggi su 2 importanti Giornali locali, a caratteri cubitali, a noi cittadini è stata propalata codesta bufala? Da parte di un consigliere di opposizione, che demagogicamente cavalca uno stato di sofferenza in cui versa il Rione Sant’Andrea, e confermata (la bufala) dall’attuale Assessore all’Ambiente?
Non vi sono parole per stigmatizzare la superficialità, il pressappochismo e la demagogia dell’assessore e consigliere comunale.

martedì 9 giugno 2009

COME E' ANDATO "PAPI" ALLE ELEZIONI EUROPEE? IL TG5 LO SA MA NON LO DICE IN ONDA....

NON SIAMO TANTO INGENUI DA NON SAPERE CHE "PAPI" COMANDA TUTTI I MASS MEDIA, SIA QUELLI DI SUA PROPRIETA' SIA QUELLI SU CUI HA IL DOMINIO POLITICO. MA VEDERE DAL VIVO QUANTO SIANO SENZA SPINA DORSALE I "SUOI" PSEUDO-GIORNALISTI, FA SEMPRE UN CERTO EFFETTO...

martedì 2 giugno 2009

QUELLO CHE RESTA DI UNA BELLA TERRA 2

2 Giugno 2009 - La Terra dei Fuochi - I Regi Lagni su "Striscia la Notizia" Parte II

13 Maggio 2009 - La Terra dei Fuochi - I Regi Lagni su "Striscia la Notizia" Parte I

lunedì 11 maggio 2009

"QUELLO CHE RESTA DI UNA BELLA TERRA"


L’architetto Vargas, accompagnato dalle belle fotografie di Luigi Spina, lascia parlare i luoghi e le cose: Mondragone, Castelvolturno, Aversa, il cemento, la spazzatura, ciò che resta del mare. Una terra oltraggiata dove però, nella malinconia del ricordo o in un pontile sospeso, sopravvivono tracce di bellezza”. Giulia Franchi, da “il Venerdì” n. 1101 del 24/4/2009.
Racconti di qui
Autore Vargas Davide
Prezzo € 10,00
Feb 2009, 133 p., ill., brossura
Editore Pironti (collana Le finestre)

mercoledì 29 aprile 2009

Sabato 9 Maggio 2009, ore 17: Strategie di Sopravvivenza


Ambiente, salute, democrazia
strategie di
SOPRAVVIVENZA

I politici non risolveranno i nostri problemi.
Possiamo difenderci? Parliamone insieme !
DIBATTITO PUBBLICO
S.MARIA C.V.(CE)

Sabato 9 maggio ore 17,00
Auditorium convento francescano (di fianco alla chiesa della Madonna delle Grazie)
via convento delle grazie

mercoledì 15 aprile 2009

MA IO PER IL TERREMOTO NON DO NEMMENO UN EURO...


Vi riporto un articolo apparso su Facebook e commentato oggi su Repubblica da Adriano Sofri.
"Scusate, ma io non darò neanche un centesimo di euro a favore di chi raccoglie fondi per le popolazioni terremotate in Abruzzo. So che la mia suona come una bestemmia. E che di solito si sbandiera il contrario, senza il pudore che la carità richiede. Ma io ho deciso. Non telefonerò a nessun numero che mi sottrarrà due euro dal mio conto telefonico, non manderò nessun sms al costo di un euro. Non partiranno bonifici, né versamenti alle poste. Non ho posti letto da offrire, case al mare da destinare a famigliole bisognose, né vecchi vestiti, peraltro ormai passati di moda.

Ho resistito agli appelli dei vip, ai minuti di silenzio dei calciatori, alle testimonianze dei politici, al pianto in diretta del premier. Non mi hanno impressionato i palinsesti travolti, le dirette no – stop, le scritte in sovrimpressione durante gli show della sera. Non do un euro. E credo che questo sia il più grande gesto di civiltà, che in questo momento, da italiano, io possa fare.

Non do un euro perché è la beneficienza che rovina questo Paese, lo stereotipo dell’italiano generoso, del popolo pasticcione che ne combina di cotte e di crude, e poi però sa farsi perdonare tutto con questi slanci nei momenti delle tragedie. Ecco, io sono stanco di questa Italia. Non voglio che si perdoni più nulla. La generosità, purtroppo, la beneficienza, fa da pretesto. Siamo ancora lì, fermi sull’orlo del pozzo di Alfredino, a vedere come va a finire, stringendoci l’uno con l’altro. Soffriamo (e offriamo) una compassione autentica. Ma non ci siamo mossi di un centimetro.

Eppure penso che le tragedie, tutte, possono essere prevenute. I pozzi coperti. Le responsabilità accertate. I danni riparati in poco tempo. Non do una lira, perché pago già le tasse. E sono tante. E in queste tasse ci sono già dentro i soldi per la ricostruzione, per gli aiuti, per la protezione civile. Che vengono sempre spesi per fare altro. E quindi ogni volta la Protezione Civile chiede soldi agli italiani. E io dico no. Si rivolgano invece ai tanti eccellenti evasori che attraversano l’economia del nostro Paese.
E nelle mie tasse c’è previsto anche il pagamento di tribunali che dovrebbero accertare chi specula sulla sicurezza degli edifici, e dovrebbero farlo prima che succedano le catastrofi. Con le mie tasse pago anche una classe politica, tutta, ad ogni livello, che non riesce a fare nulla, ma proprio nulla, che non sia passerella.

C’è andato pure il presidente della Regione Siciliana, Lombardo, a visitare i posti terremotati. In un viaggio pagato – come tutti gli altri – da noi contribuenti. Ma a fare cosa? Ce n’era proprio bisogno?
Avrei potuto anche uscirlo, un euro, forse due. Poi Berlusconi ha parlato di “new town” e io ho pensato a Milano 2 , al lago dei cigni, e al neologismo: “new town”. Dove l’ha preso? Dove l’ha letto? Da quanto tempo l’aveva in mente?

Il tempo del dolore non può essere scandito dal silenzio, ma tutto deve essere masticato, riprodotto, ad uso e consumo degli spettatori. Ecco come nasce “new town”. E’ un brand. Come la gomma del ponte.

Avrei potuto scucirlo qualche centesimo. Poi ho visto addirittura Schifani, nei posti del terremoto. Il Presidente del Senato dice che “in questo momento serve l’unità di tutta la politica”. Evviva. Ma io non sto con voi, perché io non sono come voi, io lavoro, non campo di politica, alle spalle della comunità. E poi mentre voi, voi tutti, avete responsabilità su quello che è successo, perché governate con diverse forme - da generazioni - gli italiani e il suolo che calpestano, io non ho colpa di nulla. Anzi, io sono per la giustizia. Voi siete per una solidarietà che copra le amnesie di una giustizia che non c’è.

Io non lo do, l’euro. Perché mi sono ricordato che mia madre, che ha servito lo Stato 40 anni, prende di pensione in un anno quasi quanto Schifani guadagna in un mese. E allora perché io devo uscire questo euro? Per compensare cosa? A proposito. Quando ci fu il Belice i miei lo sentirono eccome quel terremoto. E diedero un po’ dei loro risparmi alle popolazioni terremotate.

Poi ci fu l’Irpinia. E anche lì i miei fecero il bravo e simbolico versamento su conto corrente postale. Per la ricostruzione. E sappiamo tutti come è andata. Dopo l’Irpinia ci fu l’Umbria, e San Giuliano, e di fronte lo strazio della scuola caduta sui bambini non puoi restare indifferente.

Ma ora basta. A che servono gli aiuti se poi si continua a fare sempre come prima?
Hanno scoperto, dei bravi giornalisti (ecco come spendere bene un euro: comprando un giornale scritto da bravi giornalisti) che una delle scuole crollate a L’Aquila in realtà era un albergo, che un tratto di penna di un funzionario compiacente aveva trasformato in edificio scolastico, nonostante non ci fossero assolutamente i minimi requisiti di sicurezza per farlo.

Ecco, nella nostra città, Marsala, c’è una scuola, la più popolosa, l’Istituto Tecnico Commerciale, che da 30 anni sta in un edificio che è un albergo trasformato in scuola. Nessun criterio di sicurezza rispettato, un edificio di cartapesta, 600 alunni. La Provincia ha speso quasi 7 milioni di euro d’affitto fino ad ora, per quella scuola, dove – per dirne una – nella palestra lo scorso Ottobre è caduto con lo scirocco (lo scirocco!! Non il terremoto! Lo scirocco! C’è una scala Mercalli per lo scirocco? O ce la dobbiamo inventare?) il controsoffitto in amianto.

Ecco, in quei milioni di euro c’è, annegato, con gli altri, anche l’euro della mia vergogna per una classe politica che non sa decidere nulla, se non come arricchirsi senza ritegno e fare arricchire per tornaconto.
Stavo per digitarlo, l’sms della coscienza a posto, poi al Tg1 hanno sottolineato gli eccezionali ascolti del giorno prima durante la diretta sul terremoto. E siccome quel servizio pubblico lo pago io, con il canone, ho capito che già era qualcosa se non chiedevo il rimborso del canone per quella bestialità che avevano detto.

Io non do una lira per i paesi terremotati. E non ne voglio se qualcosa succede a me. Voglio solo uno Stato efficiente, dove non comandino i furbi. E siccome so già che così non sarà, penso anche che il terremoto è il gratta e vinci di chi fa politica. Ora tutti hanno l’alibi per non parlare d’altro, ora nessuno potrà criticare il governo o la maggioranza (tutta, anche quella che sta all’opposizione) perché c’è il terremoto. Come l’11 Settembre, il terremoto e l’Abruzzo saranno il paravento per giustificare tutto.

Ci sono migliaia di sprechi di risorse in questo paese, ogni giorno. Se solo volesse davvero, lo Stato saprebbe come risparmiare per aiutare gli sfollati: congelando gli stipendi dei politici per un anno, o quelli dei super manager, accorpando le prossime elezioni europee al referendum. Sono le prime cose che mi vengono in mente. E ogni nuova cosa che penso mi monta sempre più rabbia.

Io non do una lira. E do il più grande aiuto possibile. La mia rabbia, il mio sdegno. Perché rivendico in questi giorni difficili il mio diritto di italiano di avere una casa sicura. E mi nasce un rabbia dentro che diventa pianto, quando sento dire “in Giappone non sarebbe successo”, come se i giapponesi hanno scoperto una cosa nuova, come se il know – how del Sol Levante fosse solo un’ esclusiva loro. Ogni studente di ingegneria fresco di laurea sa come si fanno le costruzioni. Glielo fanno dimenticare all’atto pratico.

E io piango di rabbia perché a morire sono sempre i poveracci, e nel frastuono della televisione non c’è neanche un poeta grande come Pasolini a dirci come stanno le cose, a raccogliere il dolore degli ultimi. Li hanno uccisi tutti, i poeti, in questo paese, o li hanno fatti morire di noia.
Ma io, qui, oggi, mi sento italiano, povero tra i poveri, e rivendico il diritto di dire quello che penso.
Come la natura quando muove la terra, d’altronde.
Giacomo Di Girolamo"

martedì 7 aprile 2009

VOLLEY, SEMPRE VOLLEY ...






Ecco a voi i ragazzi dell'UNDER 16, UNDER 14, MASCHILE E FEMMINILE, DELL'ANDREOLANA VOLLEY. OLE'!!!

domenica 22 marzo 2009

ANDREOLANA-GRAZZANISE 3 SET A ZERO!!






VENERI' SCORSO UNA NUOVA GRANDE AFFERMAZIONE DELLA SQUADRA CAPITANATA DA MARCO DE FELICE PRESSO LA TENDOSTRUTTURA DI GRAZZANISE. ECCO LE FOTO.

giovedì 19 marzo 2009

PER AMORE DEL MIO POPOLO NON TACERO'


OGGI 19 MARZO, FESTA DEL PAPA', A CASAL DI PRINCIPE, IN PIU' DI 40.000 PERSONE PER RICORDARE UN SACERDOTE TRUCIDATO CIRCA 15 ANNI FA NELLA SUA CHIESA, DON PEPPINO DIANA, UN EROE CHE CI INSEGNA CHE LA CAMORRA SI PUO' BATTERE.

lunedì 16 marzo 2009

Campionato Under 16 di Pallavolo: la Classifica


Dopo l'ultima esaltante vittoria dell'Andreolana contro la formazione del Maddaloni (3 set a zero), ecco a Voi la Classifica provvisoria. Da sottolineare che le ultime due partite sono, almeno sulla carta, abbastanza agevoli per la formazione allenata dal prof. Franceso Carusone: niente male per la nostra squadra di Volley avere la prospettiva di rientrare nei primi tre posti, nel primissima esperienza di questo elegantissimo sport, del campionato provinciale under 16 della Federazione Italiana di Pallavolo (FIPAV).

giovedì 26 febbraio 2009

ANDREOLANA VOLLEY contro AUTOSCUOLA DRIVER VAIRANO: 3 set a zero!!





Prosegue la marcia trionfale della squadra di Pallavolo “Andreolana Volley”, capitanata dallo “schiacciasassi” Marco De Felice e allenata dal prof. Francesco Carusone. Ieri i ragazzi hanno inferto alla formazione del Vairano Patenora un sonoro 3 set a zero nella Tendostruttura Comunale di Vairano. Ora la squadra si è piazzata al 4° posto nel Campionato provinciale di Pallavolo Under 16, nonostante abbia battuto per ben 2 volte la terza classificata, “Sparanise Volley”. Oltre alla squadra dell’Under 16, sono in “gestazione” la squadra femminile e i ragazzi della Under 13, preparati dalla sapiente mano di Carusone. I risultati sul sito della FIPAV di Caserta:http://www.caserta.federvolley.it/gare_portale.htm.

sabato 31 gennaio 2009

La constatazione di un disastro ambientale e le riflessioni del dott. Marfella, tossicologo-oncologo dell’Istituto Tumori “Pascale” di Napoli





Ieri sera a Sant’Andrea, in un’affollatissima Chiesa, in presenza dell’Arcivescovo Bruno Schettino, e dei Sindaci di S.Maria C.V., Macerata Campania e San Tammaro, è stata presentata la prima Conferenza di Bioetica Ambientale, tenuta dal noto oncologo, vero “Apostolo della Monnezza” (come lui stesso si è autodefinito), dott. Antonio Marfella e organizzata dall’Associazione “Borgo Sant’Andrea”.
L’intervento del medico napoletano è stato preceduto dai saluti dell’Arcivescovo Bruno Schettino ai convenuti, con particolare ringraziamento al relatore, per la sua capacità di parlare “…con chiarezza e documentazione scientifica della drammaticità del nostro territorio sempre più flagellato; la situazione di degrado ambientale non è cambiata negli anni, è mancata la mediazione culturale da portare alle nuove generazioni, i problemi economici hanno preso il sopravvento, l’attività delinquenziale della camorra ha investito sul territorio, diventando sempre più degradato a causa dei rifiuti tossici e speciali, nel sottosuolo e nel suolo, costituendo un forte dramma, ma anche una presa di coscienza ed un imperativo morale di essere attenti al nostro territorio per le nuove generazioni, e ridurre l’impatto delle vecchie e nuove malattie e della maggiore mortalità; un grazie al dott. Marfella che ci parlerà della nostra Campania ‘infelix’, non più ‘felix’, della nostra Regione e della nostra Provincia veramente torturate, che esprimono tutte le antiche e nuove sofferenze…” .
Alle parole del nostro Vescovo, è seguita la proiezione, a cura dell’Associazione “Borgo Sant’Andrea”, di numerose immagini fotografiche (circa 300) sul degrado ambientale del nostro territorio, delle discariche abusive a cielo aperto di S.Maria, Macerata, San Tammaro e del Real Sito di Carditello, accompagnate dalle musiche di Chopin, Beethoven, Giuseppe Verdi e dalle musiche della colonna sonora del film “Schindler's List”. Grande è stata l’emozione degli astanti, per l’oggettiva rappresentazione, senza alcun commento e senza alcuna polemica verso le autorità politico-amministrative presenti, delle condizioni oscene delle nostre terre; vi è stata solo la constatazione obiettiva di un disastro ambientale e la considerazione che, al di là dei proclami, “…l’emergenza rifiuti non è mai finita…” , come ha scandito il dott. Merola Antonio all’atto di presentazione del protagonista della serata, il dott. Marfella.
Questi ha esordito raccontando del suo “sogno”, della sua nuova “missione”, oltre a quella di medico oncologo-tossicologo, di “apostolo dell’immondizia”, perché tutti gli “uomini sono responsabili dell’ambiente, ma i medici lo sono due volte!”. Infatti, “…all’inizio del secolo scorso il Medico Santo Giuseppe Moscati si rese conto che era più importante assicurare ai propri assistiti il pane e il latte piuttosto che i farmaci. Oggi, a distanza di circa un secolo, siamo stati costretti a prendere coscienza che in questo mondo globalizzato è indispensabile analizzare e assicurare la qualità sia del pane che del latte che dei farmaci ai nostri figli e ai nostri pazienti!”.
La nostra è una terra antichissima, Capua Antica, “Mater Matuta”, terra matriarcale, qui “…Annibale perde la conquista di Roma, gli ozi di Capua: la bellissima donna capuana fu allo stesso tempo Persefone e Demetra, luogo di morte e di fertilià … Capua fu il ventre caldo delle madri che tolse le forze ai Cartaginesi, ma è a Capua che Roma impara il rituale gladiatorio, il massimo della virilità sprezzante della Morte, qui Spartaco formerà l'esercito dei suoi ribelli, qui nasce la commedia popolare detta Atellana: la ribellione e la satira del Potere…”. A cira 30 km da Capua sorgeva “Suessola” che oggi è nella parte settentrionale del centro di Acerra, lungo la strada che conduce a Maddaloni. “…La città era di chiara origine osca. Memorabile fu la battaglia di Suessola fra Romani e Sanniti sotto le mura di questa città nell'anno 341 a.C.: in essa i Romani comandati dal console Marco Valerio Corvo sconfissero definitivamente i Sanniti che in quei luoghi bramavano di possedere la terra più fertile e ricca scendendo dall’aspro Appennino. Fu vendicata l’onta delle forche caudine, e Roma ebbe il suo granaio più fertile fino alla conquista della Sicilia e dell’Egitto.
Che dolore e tristezza infinita per me scoprire circa due anni fa che questa terra, la più fertile della mia Patria (=Terrra dei miei Padri) da almeno quindici anni è sede di uno dei più vergognosi sversamenti di rifiuti tossici del disastro ambientale forse più negato della Storia di Italia. I fusti di diossina a tonnellate stanno ancora là, a Suessola – Calabricito.
Si possono vedere, le ceneri si disperdono ancora al vento, si possono riprendere e fotografare.
Nel 1999 la SOGIN rileva valori di diossina nei pozzi di Calabricito – Suessola oltre 10.000 volte il massimo consentito. Nel marzo del 2008 la ARPAC rileva valori di diossina 400 volte superiori al valore massimo consentito. Nel dicembre del 2007, però, prendendo atto che le pecore di Acerra si ritrovavano piene di diossina, ma che non si riusciva a capire come, visto che diossina nel terreno non si riscontrava alle analisi (?), una delibera della Regione Campania (del 1497/07) attesta ufficialmente che “PRESUMIBILMENTE” la diossina riscontrata nelle pecore di Acerra proviene dalla combustione dei motori a benzina e/o gasolio.
Come commentare? Si nega la evidenza e i più banali principi della Chimica.
Non si teme di perdere faccia e credibilità…
”.
Anche a Pignataro Maggiore, a nord di Capua, si voleva costruire una discarica, nella terra degli ozi di Annibale, terra notissima sin dall’antichità per la sua fertilità.
Tutte le immagini che abbiamo visto e che ci hanno fatto soffrire, ci impongono di non abituarci agli scempi; per vivere, per sopravvivere dobbiamo trovare una qualche soluzione, poiché queste discariche a cielo aperto solo 30 anni fa (non 3000 anni fa…) non c’erano, e allora se i rifiuti sono stati abbandonati colpevolmente sulle nostre terre, abbastanza agevolmente si possono eliminare!! In Italia tutta l’attività economica e produttiva, anche la Sanità, è un misto di pubblico e privato. Perché solo sulla questione dei rifiuti è tutto pubblico? Perché non vi sono attività nel campo della raccolta dei rifiuti urbani anche in mano a privati, in concorrenza con il pubblico? Perché non esiste più il “rigattiere”, quell’’omino’ che casa per casa prendeva il ferro, l’alluminio, gli abiti vecchi e quant’altro per riciclarli, in una sorta di raccolta differenziata?
Da sottolineare che la raccolta dei rifiuti non è realizzata da chi è stato eletto dal popolo, ma da coloro che sono stati “designati”; questi ultimi, quindi, non rispondono al popolo, ma ai loro “designatori”; in pratica, la “questione rifiuti” è stata tolta totalmente dalle mani dei Sindaci che, guarda caso, sono stati eletti dal popolo e solo ad esso devono rispondere…Se i Sindaci avessero le mani libere, sarebbe tanto difficile fare il 60% di raccolta differenziata? Ad esempio, se si potessero raccogliere liberamente, ad esempio a Napoli, tutte le lattine di bibite in alluminio, schiacciarle e portarle alla FIAT di Pomigliano d’Arco, che le pagherebbe a prezzo di mercato, la FIAT potrebbe costruire i motori con una maggiore percentuale di alluminio e realizzare auto più leggere e sicure ad un prezzo nettamente inferiore, ma…NON SI PUO FARE!!
Le immagini che abbiamo fatto vedere in Chiesa delle discariche o il libro scritto da Report, Campania Infelix, secondo l’assessore al turismo della Campania, Velardi, gettano una cattiva luce sulla nostra Regione, danneggiando il turismo (come scritto dal Corriere della Sera di ieri); per questo “signore”, come simpaticamente prosegue Marfella, noi siamo dei “fetenti”, perché diamo una cattiva immagine della Campania… A costui non viene il dubbio che lo scempio dei rifiuti, prima di danneggiare il turismo, danneggia la nostra salute e la nostra vita? In Una diapositiva, il relatore precisa infatti che “… Sebbene via sia una minor mortalità per tutte le neoplasie rispetto al dato nazionale, alcune patologie, non solo neoplastiche, legate al fumo (malattie cardiocircolatorie, endocrine, malattie neuro degenerative, tumori del polmone. della laringe, della vescica) hanno tassi superiori al dato medio nazionale e portano a considerare che in Campania vi sia stato, oltre ad un elevato numero di fumatori, in alcune zone, un forte inquinamento ambientale; per quasi tutti i tumori i tassi sono ancora in aumento, mentre a livello nazionale ed europeo, dati degli ultimi anni, evidenziano un leggero decremento; si conferma un evidente eccesso di mortalità per quasi tutte le neoplasie nelle ASL di Napoli e Caserta. Tali ASL hanno tassi superiori al dato nazionale per quasi tutti i tumori…”.
In Campania c’è la malattia del gigantismo, ogni cosa che si crea deve essere abnorme. Come le famose vele di Scampia, che sulla Costa Azzurra sono identiche, appunto a forma di vele, ma molto più piccole, affacciate sul mare, rappresentano un vero pregio architettonico, a prezzi impossibili. Ebbene, a Secondigliano sono vergognosamente enormi, spropositate, sede di un’unica attività: lo spaccio di droga; insomma, si sono dovute abbattere, sono diventate dei mostri!
Perché non va bene l’inceneritore di Acerra? Perché, come d’altronde in tutta Europa, ogni inceneritore si realizza con una linea da 200.000 tonnellate di rifiuti. Perché ad Acerra si deve costruire un inceneritore con ben 3 linee da 200.000 tonnellate di rifiuti, cioè 600.000 tonnellate? Perché possediamo tanta immondizia? Forse perché non facciamo la raccolta differenziata. Perché non facciamo la raccolta differenziata? Perché “non ce la fanno fare”!! La ragione per la quale “non ce la fanno fare”, ognuno può arguirla da se stesso… E’ vero, siamo un po’ “inguaiati”, ma non dobbiamo avere paura; dobbiamo avere paura di non far nulla…Qui, strappando un sorriso all’attentissimo uditorio, Marfella cita un episodio del Medico Santo, San Giuseppe Moscati, il quale, andando in sogno ad una donna che si doveva ricoverare al Pascale, disse di “non aver paura, i medici napoletani sono un po’ caotici, ma sono bravissimi!”.
Con un simpatico aneddoto, il relatore ci ha illuminato della scarsissima “organizzazione” di noi italiani, e di noi napoletani in particolare. Noi costruiamo ad Acerra un inceneritore da 300.000 tonnellate, perché noi non facciamo la raccolta differenziata, per ottenere, diciamo, 300 kg di ceneri, che saranno tanto più tossiche quanto più efficaci sono i filtri? Dove le buttiamo queste ceneri? In Campania ci sono falde acquifere, le migliori acque al mondo, a mezzo metro sotto terra. L’unico posto possibile è Andretta, dove c’è l’argilla impermeabile. A Pignataro Maggiore o Chiamano le terre sono umide: le ceneri si “squagliano” e intossicano la terra e i suoi prodotti… A Brescia le ceneri le mandano in Germania, in una città dove l’ambiente è secco, non umido come le nostre terre… e noi invece stiamo inquinando le nostre acque (Ferrarelle, Lete, …).
Infine, ad una domanda molto concreta di Mons. Monaco Andrea e di Padre Gennaro Iodice: “cosa possiamo fare? Noi popolo, al di là di quello che riescono a fare, e più spesso, a non fare da parte dei politici?”; Marfella ha risposto con semplicità che in primo luogo durante un periodo d’emergenza si applicano meccanismi straordinari, appunto d’emergenza. In pratica, l’esercito in 15 giorni può portare l’immondizia, come ha già fatto, in una discarica, ma non a Miano o a Pignataro, ma ad Andretta, dove vi sono tutti i requisiti per accogliere i rifiuti…Purtroppo stanno ancora “studiando”… In secondo luogo: RIDUZIONE, RECUPERO E RICICLO LIBERALIZZATO. In che modo? Dando più poteri ai Sindaci, mediante, cioè delle vere e proprie ordinanze sindacali! Ad esempio, ridando indietro alle Aziende produttrici tutti gli imballaggi dei prodotti che compriamo (ad es. televisori, computers,…), e stimolando le aziende private, con opportuni vantaggi fiscali, di entrare nel circuito della raccolta differenziata (ad esempio come gli antichi rigattieri), sfruttando al massimo i CDR della Campania, unanimemente riconosciuti come i migliori d’Europa, riservando al pubblico solo il 30% dei rifiuti, cioè la frazione organica, veramente pericolosa, costruendo per la bisogna solo qualche piccola struttura di “compostaggio” di quartiere, quasi condominiale, insomma riducendo al minimo, anzi, rendendo totalmente inutile qualsiasi inceneritore.