domenica 28 febbraio 2010

Il "Deserto dei Tartari" e "La Legge è uguale per tutti"



"Il romanzo del 1940 di Dino Buzzati, cui faccio riferimento nel titolo,narrava di una Fortezza che dominava la desolata pianura chiamata “deserto dei Tartari”, un tempo teatro di battaglie, poi, svuotata della sua importanza strategica e rimasta solo una costruzione, dimenticata da tutti . Tuttavia essa continuava a vivere secondo regole militari, ed esercitava sui suoi abitanti un fascino straordinario che impediva loro di abbandonarla al suo destino di rudere; la stessa attrazione delle elezioni che trasformano molte persone in tori alla disperata ricerca del drappo rosso esibito dal toreador inducendole a candidarsi (a prescindere) anche se le cariche da ricoprire sono la presidenza del condominio e/o della locale bocciofila.
Non parlo, naturalmente, dei politici di professione ai quali sono completamente disinteressato, ma della gente perbene , che non si accorge di fornire, così, una sorta di legittimazione a queste competizioni (fatte in casa), inventate al Pallonetto di Santa Lucia , quel rione napoletano di ex contrabbandieri convertitisi alle pensioni d’invalidità per malattie mentali.
D’accordo: non esiste più la distinzione tra destra e sinistra. Ma qui si esagera.” I partiti in lista sembrano esibire quella famosa scritta che campeggia su qualche negozio di abbigliamento napoletano : “Non andate altrove a farvi rubare, provate da noi.”.
Forse la nostalgia dei tempi in cui la rappresentanza aveva un significato ( ma era proprio così?) invoglia anche chi non appartiene certamente a questa maionese impazzita a cimentarsi nel tentativo di far sentire la propria voce solitaria all’interno di organismi istituzionali (di cui si chiede l’eliminazione sia da destra che da sinistra) privilegiando ancora una volta la politica ( quella con la c.d. “P”maiuscola) che si vorrebbe diversa da quella che è in realtà ( ma che probabilmente non è cambiata mai). Al riguardo Sergio Bologna afferma ed a ragione: da questo tipo di sinistra, onesta e propositiva , mi divide il fatto che ho sempre considerato, contrariamente a loro, la società più importante del quadro politico o di governo.
Faccio ideologia nel condividere il citato sociologo quando dice: per me il problema resta ancora quale tipo di libertà si può/si deve cercare nel lavoro o anche oltre il lavoro?
Le elezioni esortano solo a catturare il voto a qualsiasi costo, sono il momento degli appelli al recupero della dignità da parte dei professionisti e della borghesia nostrana , quella stessa proveniente dalle medesime famiglie che detengono da anni, forse secoli, i cordoni della borsa. Possibile che nessuno voglia più abbracciare “ la guerra santa dei pezzenti” (F. Guccini)?
Nemmeno un tanghero , in questa strana “democrazia” si candida più a rappresentarla.
Solo la TV continua ad informarci dell’ecatombe quotidiana dei morti sul lavoro offerti in sacrificio allo sviluppo economico, ma affronta la problematica come se si trattasse di sgradevoli episodi individuali, anziché elementi costitutivi di una condizione sociale. Sembra che oggi a lavorare siano solo macchine e non uomini,che nei supermercati, quintessenza del terziario , i prodotti si collochino da soli negli scaffali, negli alberghi, le camere si rifacciano senza l’intervento dell’uomo e che i mattoni delle case si incollino da soli l’uno sull’altro, che le città si riducano ad essere sedi di monumenti e non anche i maggiori luoghi di produzione (il Manifesto).
I problemi connessi alla qualità della nostra vita e che potrebbero vedere anche la partecipazione di intellettuali, professionisti e borghesia sono tanti, quelli del “comune”, dall’ambiente alla gestione dei servizi sociali, ma mi domando perché debbano essere sminuiti nel confronto con la politica . Qualcuno storce il naso quando si parla di trasparenza, di strumenti di democrazia diretta, di Cdr, di raccolta differenziata come se tutto dovesse trovare risoluzione e ricomposizione nelle elezioni nonostante la storia recente insegni il contrario. Mi aspetto già che mi si dica, tra le tante cose, che le votazioni sono l’occasione per scegliere , se non altro, il meno peggio tra ciò che si trova sul mercato. Provate allora voi a chiedere consensi qualificandovi come il “meno peggio” e vediamo quanti ne raccoglierete, io , nel frattempo, (come tanti altri) cercherò di mantenermi lontano dai seggi elettorali per la voglia di fuggire che mi porto dentro….. e, al loro cospetto avrei voglia di gridare, parafrasando uno slogan dell’UDC di Casini : IO CHE C’ENTRO?
Gerardo D’Amore 26/02/10"


Ricevo e volentieri pubblico questa bella riflessione di Gerardo. Su un punto dissento lievemente.
Nell’ Ottobre ultimo scorso (cfr. questo blog: http://rionesantandrea.blogspot.com/2009/10/una-speranza-per-la-regione-campania.html) avviai una corrispondenza con la Segreteria Politica di De Luca, l’attuale candidato Governatore alla Regione Campania, nella quali attestai che, come asserisce Gerardo in questo scritto, mi sarei mantenuto “lontano dai seggi elettorali”, eccetto se non si fosse candidato lo stesso De Luca (in quel periodo cosa alquanto improbabile, tra l’altro); poiché, non so se ricordate, nell’immane tragedia dei rifiuti che aveva colpito Napoli e Caserta, la città di Salerno, di cui è Sindaco il De Luca, non vi era per strada una sola busta d’immondizia. Questa è l’unica e forse ‘ultima’ ragione per cui alle prossime elezioni regionali andrò a votare. Infine, spero ancora che il popolo ‘viola, ‘rosso’…, spazzi via questa nostra classe dirigente un po’ corrotta e un po’ impavida; che la giustizia e la legalità riacquistino, come la bella manifestazioni di ieri a piazza del Popolo a Roma ha proclamato, cittadinanza nel consorzio civile: “"La legge è uguale per tutti" è una bella frase che rincuora il povero, quando la vede scritta sopra le teste dei giudici, sulla parete di fondo delle aule giudiziarie; ma quando si accorge che, per invocar la uguaglianza della legge a sua difesa, è indispensabile l'aiuto di quella ricchezza che egli non ha, allora quella frase gli sembra una beffa alla sua miseria” (P. Calamandrei).
Antonio Merola

Nell'immagine in alto: Piero Calamandrei (1889 – 1956), giurista, uomo politico e scrittore;
in basso: Dino Buzzati Traverso (1906 – 1972,scrittore, giornalista e pittore.