lo STIR di S.Maria C.V. |
Spett.le Direttore Responsabile del “Corriere di Caserta”
Fax n. 0823/584663
Gentile Direttore,
l’articolo apparso oggi sul Suo giornale, a firma della dott.ssa A. Giannattasio (pag. 16 “Rifiuti, lo Stir non crea danni alla città”), merita delle precisazioni, non certo per il pezzo giornalistico in sé, ma per le parole del Presidente della Regione che assumono, specie a quasi una settimana dal voto nella nostra Città, più un sapore propagandistico che una posizione “pro veritate” circa le problematiche ambientali che affliggono Santa Maria Capua Vetere.
Io stesso posi la questione del digestore anaerobico, in uno dei primi incontri (il 18 Aprile) tra candidati Sindaci presso la sala consiliare di S.Maria C.V.. In quell’occasione il prof. De Felice rese noto il provvedimento della Regione Campania sulla costruzione nello STIR di S.Maria C.V. del digestore anaerobico e pose delle domande ben precise, che a tuttora restano inevase, come allo stesso modo restano senza risposta alcune interrogazioni di alcuni Consiglieri regionali al Presidente Caldoro.
D’altra parte, se la storia ci insegna qualcosa, quando circa 10 anni fa partì l’impianto per il CDR (combustibile da rifiuti) a Santa Maria, noi cittadini notammo (di ciò il prof. De Felice, da tecnico/chimico, fece testimonianza e denuncia) che addirittura anche in fase progettuale, l’impianto non produceva combustibile, ma era solo un sito per tritovagliare ed impacchettare i rifiuti tal quale (ecco perché oggi giustamente si chiama STIR, Stabilimenti di Tritovagliatura ed Imballaggio Rifiuti). Quindi, prima CDR , poi STIR, ora Impianto di Digestione Anaerobica?
Vorremmo ribadire ai politici che hanno responsabilità istituzionali (Caldoro in primis), appunto le domande che a tuttora restano inascoltate:
- Per quale motivo si vuole procedere alla realizzazione di digestori anaerobici (75.000 tonnellate di rifiuti umidi all’anno da sversare nell’ex CDR, ora chiamato STIR) ex novo abbandonando l’ipotesi di valorizzare quelli già esistenti?
- Si è proceduto ad una valutazione di impatto ambientale relativamente alla realizzazione di impianti ex novo di digestione anerobica della frazione organica nei pressi degli Stir?
- Si è a conoscenza del fatto che l’impianto Stir di Santa Maria Capua Vetere dista poche centinaia di metri dal centro abitato, dalle scuole e dalla Casa Circondariale?
- Che lo stoccaggio, la movimentazione di migliaia di tonnellate di rifiuti organici e altri materiali fermentescibili determinano un grave impatto olfattivo e altre forme di inquinamento che peggiorano la qualità dell’aria già compromessa?
- Sono stati informati i cittadini su qual è il guadagno in termini di tutela dell’ambiente, per esempio in termini di non incremento della concentrazione d’anidride carbonica nell’atmosfera?
- E’ stata informata la cittadinanza circa le misure prese riguardo al trasporto, l’immagazzinamento e la pulizia del gas prodotto dal sistema di trattamento, in modo da chiarire che un eventuale vantaggio per la comunità (produzione di gas metano dai rifiuti organici) è ottenuto senza disagi per la popolazione che ospita l’impianto?
Inoltre, perché un impianto così grande? Visto che in Italia non ve ne è neanche uno di tali dimensioni? Perché invece di un impianto da 75.000 tonnellate all’anno, non se ne fanno 10 da 7.500?
Caro Direttore, se a questo aggiungiamo che, contrariamente a quanto promesso dal candidato sindaco avv. Simoncelli nei primi incontri della campagna elettorale, i vertici politici regionali non hanno fornito i chiarimenti richiesti, possiamo affermare che la “filiera-ragnatela” Provincia-Regione-Stato ci ha fatto un altro regalo!
Grato per cortese cenno di riscontro sul Suo Giornale, colgo l’occasione per inviare cordiali saluti.
S.Maria C.V., 08/05/2011
Dott. Antonio Merola
Delegato della Lista “Uniti per Esistere”
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