sabato 31 gennaio 2009

La constatazione di un disastro ambientale e le riflessioni del dott. Marfella, tossicologo-oncologo dell’Istituto Tumori “Pascale” di Napoli





Ieri sera a Sant’Andrea, in un’affollatissima Chiesa, in presenza dell’Arcivescovo Bruno Schettino, e dei Sindaci di S.Maria C.V., Macerata Campania e San Tammaro, è stata presentata la prima Conferenza di Bioetica Ambientale, tenuta dal noto oncologo, vero “Apostolo della Monnezza” (come lui stesso si è autodefinito), dott. Antonio Marfella e organizzata dall’Associazione “Borgo Sant’Andrea”.
L’intervento del medico napoletano è stato preceduto dai saluti dell’Arcivescovo Bruno Schettino ai convenuti, con particolare ringraziamento al relatore, per la sua capacità di parlare “…con chiarezza e documentazione scientifica della drammaticità del nostro territorio sempre più flagellato; la situazione di degrado ambientale non è cambiata negli anni, è mancata la mediazione culturale da portare alle nuove generazioni, i problemi economici hanno preso il sopravvento, l’attività delinquenziale della camorra ha investito sul territorio, diventando sempre più degradato a causa dei rifiuti tossici e speciali, nel sottosuolo e nel suolo, costituendo un forte dramma, ma anche una presa di coscienza ed un imperativo morale di essere attenti al nostro territorio per le nuove generazioni, e ridurre l’impatto delle vecchie e nuove malattie e della maggiore mortalità; un grazie al dott. Marfella che ci parlerà della nostra Campania ‘infelix’, non più ‘felix’, della nostra Regione e della nostra Provincia veramente torturate, che esprimono tutte le antiche e nuove sofferenze…” .
Alle parole del nostro Vescovo, è seguita la proiezione, a cura dell’Associazione “Borgo Sant’Andrea”, di numerose immagini fotografiche (circa 300) sul degrado ambientale del nostro territorio, delle discariche abusive a cielo aperto di S.Maria, Macerata, San Tammaro e del Real Sito di Carditello, accompagnate dalle musiche di Chopin, Beethoven, Giuseppe Verdi e dalle musiche della colonna sonora del film “Schindler's List”. Grande è stata l’emozione degli astanti, per l’oggettiva rappresentazione, senza alcun commento e senza alcuna polemica verso le autorità politico-amministrative presenti, delle condizioni oscene delle nostre terre; vi è stata solo la constatazione obiettiva di un disastro ambientale e la considerazione che, al di là dei proclami, “…l’emergenza rifiuti non è mai finita…” , come ha scandito il dott. Merola Antonio all’atto di presentazione del protagonista della serata, il dott. Marfella.
Questi ha esordito raccontando del suo “sogno”, della sua nuova “missione”, oltre a quella di medico oncologo-tossicologo, di “apostolo dell’immondizia”, perché tutti gli “uomini sono responsabili dell’ambiente, ma i medici lo sono due volte!”. Infatti, “…all’inizio del secolo scorso il Medico Santo Giuseppe Moscati si rese conto che era più importante assicurare ai propri assistiti il pane e il latte piuttosto che i farmaci. Oggi, a distanza di circa un secolo, siamo stati costretti a prendere coscienza che in questo mondo globalizzato è indispensabile analizzare e assicurare la qualità sia del pane che del latte che dei farmaci ai nostri figli e ai nostri pazienti!”.
La nostra è una terra antichissima, Capua Antica, “Mater Matuta”, terra matriarcale, qui “…Annibale perde la conquista di Roma, gli ozi di Capua: la bellissima donna capuana fu allo stesso tempo Persefone e Demetra, luogo di morte e di fertilià … Capua fu il ventre caldo delle madri che tolse le forze ai Cartaginesi, ma è a Capua che Roma impara il rituale gladiatorio, il massimo della virilità sprezzante della Morte, qui Spartaco formerà l'esercito dei suoi ribelli, qui nasce la commedia popolare detta Atellana: la ribellione e la satira del Potere…”. A cira 30 km da Capua sorgeva “Suessola” che oggi è nella parte settentrionale del centro di Acerra, lungo la strada che conduce a Maddaloni. “…La città era di chiara origine osca. Memorabile fu la battaglia di Suessola fra Romani e Sanniti sotto le mura di questa città nell'anno 341 a.C.: in essa i Romani comandati dal console Marco Valerio Corvo sconfissero definitivamente i Sanniti che in quei luoghi bramavano di possedere la terra più fertile e ricca scendendo dall’aspro Appennino. Fu vendicata l’onta delle forche caudine, e Roma ebbe il suo granaio più fertile fino alla conquista della Sicilia e dell’Egitto.
Che dolore e tristezza infinita per me scoprire circa due anni fa che questa terra, la più fertile della mia Patria (=Terrra dei miei Padri) da almeno quindici anni è sede di uno dei più vergognosi sversamenti di rifiuti tossici del disastro ambientale forse più negato della Storia di Italia. I fusti di diossina a tonnellate stanno ancora là, a Suessola – Calabricito.
Si possono vedere, le ceneri si disperdono ancora al vento, si possono riprendere e fotografare.
Nel 1999 la SOGIN rileva valori di diossina nei pozzi di Calabricito – Suessola oltre 10.000 volte il massimo consentito. Nel marzo del 2008 la ARPAC rileva valori di diossina 400 volte superiori al valore massimo consentito. Nel dicembre del 2007, però, prendendo atto che le pecore di Acerra si ritrovavano piene di diossina, ma che non si riusciva a capire come, visto che diossina nel terreno non si riscontrava alle analisi (?), una delibera della Regione Campania (del 1497/07) attesta ufficialmente che “PRESUMIBILMENTE” la diossina riscontrata nelle pecore di Acerra proviene dalla combustione dei motori a benzina e/o gasolio.
Come commentare? Si nega la evidenza e i più banali principi della Chimica.
Non si teme di perdere faccia e credibilità…
”.
Anche a Pignataro Maggiore, a nord di Capua, si voleva costruire una discarica, nella terra degli ozi di Annibale, terra notissima sin dall’antichità per la sua fertilità.
Tutte le immagini che abbiamo visto e che ci hanno fatto soffrire, ci impongono di non abituarci agli scempi; per vivere, per sopravvivere dobbiamo trovare una qualche soluzione, poiché queste discariche a cielo aperto solo 30 anni fa (non 3000 anni fa…) non c’erano, e allora se i rifiuti sono stati abbandonati colpevolmente sulle nostre terre, abbastanza agevolmente si possono eliminare!! In Italia tutta l’attività economica e produttiva, anche la Sanità, è un misto di pubblico e privato. Perché solo sulla questione dei rifiuti è tutto pubblico? Perché non vi sono attività nel campo della raccolta dei rifiuti urbani anche in mano a privati, in concorrenza con il pubblico? Perché non esiste più il “rigattiere”, quell’’omino’ che casa per casa prendeva il ferro, l’alluminio, gli abiti vecchi e quant’altro per riciclarli, in una sorta di raccolta differenziata?
Da sottolineare che la raccolta dei rifiuti non è realizzata da chi è stato eletto dal popolo, ma da coloro che sono stati “designati”; questi ultimi, quindi, non rispondono al popolo, ma ai loro “designatori”; in pratica, la “questione rifiuti” è stata tolta totalmente dalle mani dei Sindaci che, guarda caso, sono stati eletti dal popolo e solo ad esso devono rispondere…Se i Sindaci avessero le mani libere, sarebbe tanto difficile fare il 60% di raccolta differenziata? Ad esempio, se si potessero raccogliere liberamente, ad esempio a Napoli, tutte le lattine di bibite in alluminio, schiacciarle e portarle alla FIAT di Pomigliano d’Arco, che le pagherebbe a prezzo di mercato, la FIAT potrebbe costruire i motori con una maggiore percentuale di alluminio e realizzare auto più leggere e sicure ad un prezzo nettamente inferiore, ma…NON SI PUO FARE!!
Le immagini che abbiamo fatto vedere in Chiesa delle discariche o il libro scritto da Report, Campania Infelix, secondo l’assessore al turismo della Campania, Velardi, gettano una cattiva luce sulla nostra Regione, danneggiando il turismo (come scritto dal Corriere della Sera di ieri); per questo “signore”, come simpaticamente prosegue Marfella, noi siamo dei “fetenti”, perché diamo una cattiva immagine della Campania… A costui non viene il dubbio che lo scempio dei rifiuti, prima di danneggiare il turismo, danneggia la nostra salute e la nostra vita? In Una diapositiva, il relatore precisa infatti che “… Sebbene via sia una minor mortalità per tutte le neoplasie rispetto al dato nazionale, alcune patologie, non solo neoplastiche, legate al fumo (malattie cardiocircolatorie, endocrine, malattie neuro degenerative, tumori del polmone. della laringe, della vescica) hanno tassi superiori al dato medio nazionale e portano a considerare che in Campania vi sia stato, oltre ad un elevato numero di fumatori, in alcune zone, un forte inquinamento ambientale; per quasi tutti i tumori i tassi sono ancora in aumento, mentre a livello nazionale ed europeo, dati degli ultimi anni, evidenziano un leggero decremento; si conferma un evidente eccesso di mortalità per quasi tutte le neoplasie nelle ASL di Napoli e Caserta. Tali ASL hanno tassi superiori al dato nazionale per quasi tutti i tumori…”.
In Campania c’è la malattia del gigantismo, ogni cosa che si crea deve essere abnorme. Come le famose vele di Scampia, che sulla Costa Azzurra sono identiche, appunto a forma di vele, ma molto più piccole, affacciate sul mare, rappresentano un vero pregio architettonico, a prezzi impossibili. Ebbene, a Secondigliano sono vergognosamente enormi, spropositate, sede di un’unica attività: lo spaccio di droga; insomma, si sono dovute abbattere, sono diventate dei mostri!
Perché non va bene l’inceneritore di Acerra? Perché, come d’altronde in tutta Europa, ogni inceneritore si realizza con una linea da 200.000 tonnellate di rifiuti. Perché ad Acerra si deve costruire un inceneritore con ben 3 linee da 200.000 tonnellate di rifiuti, cioè 600.000 tonnellate? Perché possediamo tanta immondizia? Forse perché non facciamo la raccolta differenziata. Perché non facciamo la raccolta differenziata? Perché “non ce la fanno fare”!! La ragione per la quale “non ce la fanno fare”, ognuno può arguirla da se stesso… E’ vero, siamo un po’ “inguaiati”, ma non dobbiamo avere paura; dobbiamo avere paura di non far nulla…Qui, strappando un sorriso all’attentissimo uditorio, Marfella cita un episodio del Medico Santo, San Giuseppe Moscati, il quale, andando in sogno ad una donna che si doveva ricoverare al Pascale, disse di “non aver paura, i medici napoletani sono un po’ caotici, ma sono bravissimi!”.
Con un simpatico aneddoto, il relatore ci ha illuminato della scarsissima “organizzazione” di noi italiani, e di noi napoletani in particolare. Noi costruiamo ad Acerra un inceneritore da 300.000 tonnellate, perché noi non facciamo la raccolta differenziata, per ottenere, diciamo, 300 kg di ceneri, che saranno tanto più tossiche quanto più efficaci sono i filtri? Dove le buttiamo queste ceneri? In Campania ci sono falde acquifere, le migliori acque al mondo, a mezzo metro sotto terra. L’unico posto possibile è Andretta, dove c’è l’argilla impermeabile. A Pignataro Maggiore o Chiamano le terre sono umide: le ceneri si “squagliano” e intossicano la terra e i suoi prodotti… A Brescia le ceneri le mandano in Germania, in una città dove l’ambiente è secco, non umido come le nostre terre… e noi invece stiamo inquinando le nostre acque (Ferrarelle, Lete, …).
Infine, ad una domanda molto concreta di Mons. Monaco Andrea e di Padre Gennaro Iodice: “cosa possiamo fare? Noi popolo, al di là di quello che riescono a fare, e più spesso, a non fare da parte dei politici?”; Marfella ha risposto con semplicità che in primo luogo durante un periodo d’emergenza si applicano meccanismi straordinari, appunto d’emergenza. In pratica, l’esercito in 15 giorni può portare l’immondizia, come ha già fatto, in una discarica, ma non a Miano o a Pignataro, ma ad Andretta, dove vi sono tutti i requisiti per accogliere i rifiuti…Purtroppo stanno ancora “studiando”… In secondo luogo: RIDUZIONE, RECUPERO E RICICLO LIBERALIZZATO. In che modo? Dando più poteri ai Sindaci, mediante, cioè delle vere e proprie ordinanze sindacali! Ad esempio, ridando indietro alle Aziende produttrici tutti gli imballaggi dei prodotti che compriamo (ad es. televisori, computers,…), e stimolando le aziende private, con opportuni vantaggi fiscali, di entrare nel circuito della raccolta differenziata (ad esempio come gli antichi rigattieri), sfruttando al massimo i CDR della Campania, unanimemente riconosciuti come i migliori d’Europa, riservando al pubblico solo il 30% dei rifiuti, cioè la frazione organica, veramente pericolosa, costruendo per la bisogna solo qualche piccola struttura di “compostaggio” di quartiere, quasi condominiale, insomma riducendo al minimo, anzi, rendendo totalmente inutile qualsiasi inceneritore.