sabato 12 giugno 2010

PERCHE’ LO SCIOPERO DEI MAGISTRATI ITALIANI DEL 1° LUGLIO PROSSIMO E’ A DIR POCO SACROSANTO


Il 1° Luglio prossimo venturo, l’Associazione Nazionale Magistrati ha indetto uno sciopero, condiviso da tutte le correnti, per protestare contro la manovra economica del Governo di taglio (10%)dello stipendio dei magistrati. A prima vista, per noi cittadini non addetti ai lavori, questo sembra uno sciopero “politico” e, sinceramente, alquanto impopolare. Insomma, vien da dire, sembra una difesa corporativa a propri (ancorché legittimi) interessi di parte.
Poi ho ascoltato su Sky Tg24 un costituzionalista: non solo ho capito la ragione dello sciopero, ma addirittura noi cittadini dovremmo appoggiare con tutte le nostre forze l’azione di protesta della Magistratura.
Vi trascrivo, infatti, per capirci meglio, la sezione 1 dell’articolo 3° della Costituzione Americana (17/9/1787): “II potere giudiziario degli Stati Uniti sarà affidato ad una Corte Suprema e a quelle Corti di grado inferiore che il Congresso potrà di volta in volta creare e costituire. I giudici della Corte Suprema e quelli delle Corti di grado inferiore conserveranno il loro ufficio finché non se ne renderanno indegni con la loro condotta (during good behavior), e ad epoche fisse riceveranno per i loro servizi un'indennità che non potrà essere diminuita finché essi rimarranno in carica”.
In pratica, la retribuzione dei giudici americani nominati secondo l'art. III della Costituzione non può essere ridotta durante la loro permanenza in carica: dunque, né il Presidente, né il Congresso hanno alcuna facoltà di ridurre lo stipendio dei giudici federali. Queste due salvaguardie consentono ad un organo giudiziario indipendente di deliberare senza vincoli imposti da influenze politiche o passioni popolari.
La Costituzione Americana, antecedente a quella italiana di circa 160 anni, aveva previsto una norma, appunto di rango costituzionale, tale da non ricattare e sottomettere in qualche modo i propri magistrati, onde non ridurne l’autonomia e l’indipendenza. In Italia, pur non esistendo una norma di salvaguardia così precisa e particolare (non si può ridurre lo stipendio ai magistrati!), vi sono norme, sempre di rango costituzionale, che ne precisano il ruolo, le funzioni, l’autonomia e l’indipendenza (Titolo IV - La magistratura, articoli da 101 a 113; art. 104: “La magistratura costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere”).
Sembra che la Magistratura italiana, se si permette di sfiorare il potere politico (la corruzione, le cricche, il malaffare politico …), possa restarne scottata (basta intercettazioni!! Giù lo stipendio!!): non si può accettare, è una prevaricazione bella e buona.
Il Legislatore che vuole mettere al guinzaglio il potere autonomo di controllo (la Magistratura e la Stampa) applica un meccanismo tipico dei più gretti regimi “fascio/piduisti/stalinisti”. Allora: sciopero!!

12/6/2010
Antonio Merola

Nella Foto:
Abramo Lincoln
Fu il presidente che pose fine alla schiavitù, prima con la Proclamazione dell'Emancipazione (1863), che liberò gli schiavi negli Stati dell'Unione, e poi con la ratifica del Tredicesimo Emendamento della Costituzione Americana, con il quale nel 1865 la schiavitù venne abolita in tutti gli Stati Uniti.