martedì 13 luglio 2010

Le grandi manovre non finiscono mai ! Iniziamo a guardarci in faccia con i Referendum


Ormai non è rimasto più nessuno, nell’ambito della politica, che parli di società ed alla società uscendo dagli esercizi di schieramenti sciorinati alla stregua di formazioni calcistiche e di programmi elettorali sempre più noiosamente generici ed uguali.
Il politicantismo impone, quindi, il suo “primato” sulla convivenza collettiva (i diritti di cittadinanza, la copertura dei bisogni elementari, l' eguaglianza, eccetera) portando alla ribalta solo conigli mannari che aspettano le condizioni più favorevoli per sferrare il colpo con il cinismo necessario e, intanto, per ingannare l’attesa, non essendoci più gli ultimatum di un tempo, lanciano durissimi penultimatum o terzultimatum di guerra.La sfera del politico è stata interamente privatizzata e avvolta da un’aura di commedia grassa tale da farla apparire come una “casa chiusa”ove regna incontrastata la goliardia pecoreccia dei bei tempi andati.
Questo è un tempo di crisi nel quale molti non arrivano a fine mese e tra questi ci sono certamente i politici che già alla terza settimana sono costretti a cambiare partito per poter campare decentemente. Ritornano di moda i “governi di salute pubblica ( la salute di chi?)” a cui possono partecipare solo politici responsabili quelli “senza se e senza ma “ ( prima o poi dovremo metter mano a qualche legge che faccia divieto dei luoghi comuni, ripetuti come intercalari).
A noi comuni mortali non resta che pregare affinchè “ la ragione illumini chi ci governa mentre inzuppa il libero cucchiaio nella grande Zuppiera! E che la fortuna lo aiuti ad evitare gli Schizzi!!”
Nonostante questo clima da basso impero colpisce la moda corrente dell' iscrizione al club dei politologi. A questa “politologia senza politica” è devoluto il compito ingrato di interpretare gli arcani maggiori di coalizioni di potere ( che si intrecciano, si susseguono, si mischiano, si articolano, si dividono) e dei loro azionisti di riferimento. Pare che il gioco sia di difficile interpretazione perché sfuggito di mano agli stessi “pupari”. Lo spettacolo offerto, infatti, sembra quello di una scolaresca invitata dalla maestra a spostare banchi e sedie per permettere una visuale migliore della lavagna e della cattedra. Immaginate la confusione che si creerebbe con i bambini che ne approfitterebbero per trasformare il tutto in una gara di scontri .
Ebbene... come non constatare che il declino, o la dissoluzione, di queste forme di rappresentanza è divenuto ovunque quanto mai palese?...
Chi rappresentano le forze politiche in azione, gli uomini che rivestono cariche pubbliche, se non gruppi molto ristretti?
Possiamo ancora permettere che ci si nasconda dietro frasi generiche e vuote di qualsiasi significato come ad esempio “fare gli interessi della collettività”? In quanti di noi non è balenata, almeno per un attimo, l’idea che forse una vita senza potere sarebbe pure possibile?
Se questo è il sogno di una notte di mezza estate almeno, però, possiamo “con-venire” insieme per non lasciare nelle mani di chi ci amministra alcuni diritti fondamentali delle persone come quello all’ambiente, alla trasparenza degli atti. Proviamo allora ad utilizzare gli strumenti esistenti per imporre il nostro punto di vista. Qualche anno anni fa alcune libere associazioni cittadine proposero nr. 3 delibere di iniziativa popolare su problematiche riguardanti da vicino la nostra vita quotidiana. E’ il caso oggi di dare un seguito a quell’impulso trasformando quei disegni di atti amministrativi , sottoscritti da più di ottocento cittadini, in un Referendum cittadino per riprenderci la parola che ci è stata tolta.
Le decisioni che riguardano l'essere-in-comune non sono mai state prese dai politici nemmeno nel passato recente e/o lontano, ecco perché non lo rimpiango , ne conservo ancora la memoria. Al riguardo ,mi è tornata alla mente una versione dal latino dei miei verdissimi anni. Si intitolava “Una vecchia arguta”e iniziava con “Anus quaedam” cercatela su internet e capirete.
Gerardo D’Amore
12/07/2010
Associazione “AbiTanti attivi di S.Maria C.V.
Nella Foto: Mura dionigiane a Siracusa (Dionìsio I , detto il Vecchio, conosciuto anche come Dionigi, 430 a.C. – 367 a.C., fu un tiranno di Siracusa.
Anus quaedam...
"Mentre tutti i siracusani si auguravano la morte del tiranno Dionigi per l'eccessiva severità dei modi e la ferocia di animo, soltanto una vecchia ogni giorno pregava gli dei affinchè il tiranno non morisse. Quando Dioniso venne a saperlo, incuriosito per l'immeritata benevolenza, fece chiamare la vecchia e chiese il perchè facesse questo. Allora quella: lo faccio ben consapevolmente. Quando ero giovane e i siracusani erano oppressi da un crudele signore, io pregavo per la sua morte. Quando quello fu ucciso, un tiranno ancora più malvagio prese il potere e noi chiedevamo agli dei la sua fine. Ora sei venuto a governarci tu, che sei malvagio quanti altri mai e crudelissimo. E per tale ragione, nel timore che alla tua morte ti succeda uno ancora peggiore, prego gli dei che ti conservino a lungo" (http://evergreen-quattrochiacchiere.blogspot.com/2008/02/la-vecchia-siracusana-e-dionigi-il.html).